Il Salone del Mobile continua
E c’è anche Laura con le sue borse

Ha la testa sulle spalle e quella geometrica razionalità che si scopre nelle sue borse è un pezzo di lei, uno strato della personalità di Laura Tolfo, 30enne bergamasca che ha già, nonostante la giovane età, un curriculum da designer con i fiocchi.

Razionale e concreta, questo è solo un pezzo di lei: basta farla parlare della pelle, naturale, conciata al vegetale, duttile e trasformabile, e si lascia andare, sorride con i grandi occhi nocciola, e inizia a raccontare la sua Animadverte, il brand che ha creato curandolo in tutti i dettagli.

Un marchio di borse, che arriva dopo una lunga esperienza nel settore della moda. E proprio perché la ragazza non si tira indietro davanti alle possibilità della vita, già studentessa universitaria al Politecnico di Milano – Design della Moda l’indirizzo - collaborava con la OK’am, realtà di Daniela Gregis: «Sei anni intensi e bellissimi: di crescita e di ispirazione».

Dopo l’università anche un lavoro con Nanni Strada: «Ho curato per lei un progetto editoriale, studiando la sua intera collezione degli anni Settanta: il libro, “Mappamodello”, è uscito con Corraini, e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della comunicazione e della grafica, alla scoperta di un’epoca affascinante».

Ed è dopo queste esperienze che Laura sbarca da Luri: «Il mondo della pelletteria mi ha sempre affascinato e volevo specializzarmi sugli accessori. Ho saputo che cercavano un designer per avviare il marchio e mi sono proposta».

Un lavoro a 360 gradi:: «Borse, gioielli, bijoux dove la pelle regna sovrana, con uno studio del prodotto che parte dalla progettazione fino alla creazione di una rete di produzione».

Due anni che la appassionano: «Scopro la pelle, materiale affascinante, perché antichissimo. Ha il fascino della storia e ha caratteristiche incredibili: duttile e trasformabile, assolutamente modellabile, capace di essere leggero o morbido, così come di grande resistenza». E Laura è un fiume in piena: «Lavorabile con tecniche sempre differenti: con la pelle le sperimentazioni sono molteplici e ancora poco esplorate. Serve specializzazione competenza non sempre così sviluppata». Nasce da qui, mentre Laura continua con collaborazioni come designer nell’ambito della moda, Animadverte: «Dal latino animum advertum,ossia volgere l’anima,nel senso di guardare, osservare con l’anima».

Che cosa? «Forme che si evolvono, che mutano dimensione, in un concetto di trasformazione». Ma c’è di più: «Un concetto etico nella produzione - spiega Laura -: uso solo pelle italiana, che arriva dalla Toscana, conciata al vegetale». Una tecnica antica e garantita da un consorzio: pelle che profuma, che invecchia, che cambia colore.

Pelle che si trasforma: «Per giocarci, per scoprirne la sua vitalità». E con un packaging niente male: buste in salpa, cuoio rigenerato con gli scarti della pelle, fogli sottili in cui si nascondono borse che si aprono nella loro tridimensionalità». C’è Prisma, destrutturata e mutabile, che può essere zaino, pochette e borsa da spalla. E poi Cubus che da triangolo diventa «scatola». L’ultima nata è la clutch, Pyramis: «Parto dalla carta, taglio forme sempre dal materiale più semplice. Me l’ha insegnato una grande maestra» spiega ancora Laura che con Animadverte ha vinto per la categoria «Design-Studios» il concorso organizzato dal Mipel: il suo è stato il progetto più innovativo e creativo.

Che ora sbarca al Fuori Salone del Mobile di Milano, fino al 19 aprile al Din - Design In, nell’area DINpersonal in via Massimiano, zona Lambrate. Con ironia, e con un nuovo accessorio, il porta iPad: «In fondo Animadverte c’è chi lo legge e cita Anima”di”verte: il gioco di parole non è affatto casuale...».

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