Dacia Duster Freeway
Extra Limited Edition

Dicono che gli italiani scelgono ancora la loro auto nuova soprattutto sulla base del design oltre che del prezzo. Ed ecco allora un Suv che non si potrà proprio fare a meno di notare mentre passa per strada.

È l’Extra Limited Edition di Dacia Duster, lo sport utility vehicle nato come proposta a prezzo contenuto e quasi come una sfida ai ben più costosi 4x4 o 4x2 dei marchi premium. Ma proprio Dacia (Gruppo Renault) è il brand automobilistico in Europa ad aver lanciato una «saga» di ben tre Extra Limited Edition (Brave, Freeway e la prossima annunciata per i prossimi mesi) che in sé riassumono le caratteristiche chiave che hanno fatto la storia di successo di questa vettura in Italia: le sue capacità off road (nella versione 4X4), il suo spirito giramondo e la sua costruzione robusta. Oltre al prezzo.

Le edizioni speciali, e numerate, sono rivolte a un target giovane, prevalentemente maschile tra i 30 e 40 anni, sempre alla ricerca di un modo per distinguersi. Ciascuna di esse consta di 100 esemplari numerati (noi abbiamo provato la 001 della serie Freeway), con un look esterno molto originale, realizzato tramite una pellicola termoformabile 3M ed un kit di equipaggiamenti studiato ad hoc. La texture opaca esterna riveste pressoché l’intera carrozzeria con il disegno della «New York Skyline». I retrovisori neri e il tetto «grigio cometa» metallizzato a contrasto e altri dettagli fanno il resto.

Un look particolare, valorizzato ulteriormente dallo spoiler posteriore, dalla soglia bagagliaio e dallo scarico cromati. Ma quello che colpisce di più sono gli esterni con il disegno della Grande Mela «dipinto» sulla carrozzeria. Qualcuno, a questo proposito, ha parlato di Duster Freeway come di una sorta di «mappamondo personale» in viaggio su quattroruote. Per il resto il progetto della Freeway è realizzato sulla base della versione Duster Laureate 1.5 dCi da 110 cv 4x2, arricchita con un equipaggiamento indispensabile per il comfort e per il viaggio dentro e fuori la città.

Di serie l’edizione limitata e numerata amplia le dotazioni del modello base anche con il sistema di navigazione con cartografia Europa Media Nav con display touch screen da 7”, l’autoradio, il navigatore satellitare e Bluetooth, il climatizzatore, il cruise control, il volante in cuoio, i vetri posteriori elettrici, i sensori di parcheggio posteriori e la ruota di scorta. Il prezzo è unico come la macchina: 16.900 euro.

Tutto s’ispira anche al nuovo corso della casa madre Renault che offre vari suoi modelli con declinazioni sempre più personalizzate o legate al mondo del lifestyle, della moda o dello spettacolo. Il resto, come verificato durante il test drive, appartiene al mondo Duster: grande spazio davanti e dietro, bagagliaio da vero Suv, una seduta ben rialzata e impostata, una risposta senza incertezze grazie ai rapporti corti del cambio manuale a 6 velocità, una buona insonorizzazione, percorrenza dichiarata di 20,8 km/l (lieve lo scostamento in prova sia in città che in autostrada) e un comportamento oltre le attese anche nel fuoristrada per una vettura a trazione anteriore.

Complice la crisi e prima della ripresina degli ultimi mesi, il brand Dacia, nel primo semestre 2014, ha realizzato la migliore progressione del mercato in Italia: con 21.068 immatricolazioni ha visto crescere i suoi volumi del 41,2%. Un successo che la casa transalpina interpreta e «legge» come la sintesi di più elementi: qualità prodotto del gruppo Renault (motori, componentistica, expertise 4x4) e rinnovamento di tutta la gamma, un prezzo unico e trasparente che non teme concorrenti, una comunicazione semplice sull’acquisto intelligente e una rete di vendita dedicata e capillare su tutto il territorio.

Ma l’Extra Limited Edition racconta una storia un po’ diversa. Qui siamo nel mondo dello stile su quattroruote o di chi vuole un’auto «tutta a sua misura» o di chi - ancora - non si accontenta nemmeno delle versioni più accessoriate. Costosa o no, vuole una macchina unica e numerata. Con lo skyline di New York da portare con sè.

Daniele Vaninetti

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