Inter devastante
Qualcosa si è inceppato

Mamma mia, che legnata. Avevamo capito che l’Atalanta di quest’anno è nata per cuori forti e ci ha abituato a esagerare nel bene e nel male (un avvio di stagione da incubo poi una cavalcata trionfale interrotta dagli sgambetti di Juve, Udinese e Lazio ma in seguito ripresa di slancio fino al capolavoro di Napoli), però sette gol a uno sono troppi. E aggiungono, ahinoi, una pagina nera alla storia meno nobile delle epiche sconfitte bergamasche: sfogliando gli annali, questa è con il 6-0 del 1961/62 la peggiore inflitta dall’Inter all’Atalanta.

E tutti a chiedersi come fa una squadra che nelle precedenti sette partite aveva subito solo due reti a prendere tante sberle in una volta sola. Cos’è successo alla terza (ora non più) difesa del campionato? Il fatto è che quando affondi così non è colpa solo della difesa, che nel primo quarto d’ora aveva retto benissimo e, anzi, insieme al resto della squadra aveva dato l’impressione del giusto approccio a una gara tanto delicata com’è uno scontro diretto per l’Europa League nella Scala del calcio. Il primo gol di Icardi e la cattiveria – organizzata e intrisa di classe – dell’Inter che ne è uscita da quel vantaggio hanno mandato in totale confusione gli uomini di Gasperini. Cinque gol in mezz’ora sono come una sventagliata di mitra, hai voglia a rianimare quei poveracci. Tanti i meriti dei nerazzurri di Pioli, in crescita esponenziale (con il 5-1 a Cagliari fanno dodici reti segnate in due partite!), ma per i nerazzurri della sponda bergamasca si è accesa una spia. Rimedieranno?Non dubitiamo, sono sempre stati reattivi, restano quel gruppo straordinario che incarna il sogno della provincia e i tifosi che ieri sono andati a Zingonia ad accoglierli al ritorno (bel gesto, applausi) gliel’hanno cantato in coro. Però, occhio: un punto in due settimane parla di una frenata dal 4° al 6° posto e già nel pareggio con la Fiorentina certi meccanismi non avevano funzionato a dovere. L’Atalanta che non aggredisce diventa normale e vulnerabile. Se poi sparisce... Ora l’aspettano tre incontri abbordabili – Pescara in casa, poi dal Genoa e a Bergamo con il Sassuolo prima di andare all’Olimpico contro la Roma –, in mezzo la sosta dopo gli abruzzesi, con i quali capiremo che segni avrà lasciato la disfatta di San Siro: ora è questa la sfida della vita.

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