Sì può perdere ma non perdersi
La classifica resta ok, ora riscatto

Se una considerazione si può fare, il giorno dopo Bologna, è che Bergamo ha preso davvero male la sconfitta. Passare dalla miglior prestazione stagionale in trasferta (il primo tempo) all'1-3 finale è stato faticoso.

Se una considerazione si può fare, il giorno dopo Bologna, è che Bergamo ha preso davvero male la sconfitta. Passare dalla miglior prestazione stagionale in trasferta (il primo tempo) all'1-3 finale è stato faticoso.

Due sono le considerazioni da fare. La prima riguarda le cause di questa seconda sconfitta stagionale. Mentre il primo ko, a Roma, era parso figlio soprattutto dell'approccio troppo molle alla partita, questa volta la battuta d'arresto pare figlia di un blackout.

L'incidenza degli episodi sulla gara è stata impressionante, perché i due episodi - distinti ma tra loro legati (fallo di Portanova su Padoin, l'atalantino che non cade, rovesciamento di fronte, rigore per il Bologna) - hanno ribaltato la partita.

Si è passato dall'andare all'intervallo in vantaggio 1-0 e con il Bologna in dieci al rientrare negli spogliatoi sull'1-1 dopo aver subito una beffa enorme. Sul piano psicologico la squadra anche senza volerlo ha preso malissimo questo passaggio.

E il 2-1 di Ramirez, arrivato tre minuti dopo l'inizio della ripresa, ha probabilmente fatto il resto. A quel punto la partita è cambiata in modo significativo. Anche perché Colantuono più per forza che per scelta ha dovuto togliere Cigarini (giocatore indispensabile) ed è cresciuta la stanchezza.

Un'altra osservazione si può fare, a conferma del repentino cambiamento di situazione psicologica avvenuto a gara in corso. Diversi atalantini (soprattutto in difesa...) dopo essere stati protagonisti di un ottimo primo tempo sono incappati in errori individuali che hanno inciso sulla partita. E questo ha inficiato la loro prestazione.

Ovvia la lezione di giornata: guai a sottovalutare l'importanza dei singoli momenti di una partita. O dei singoli episodi della stessa. Questa è la serie A, qui la leggerezza individuale che in B era superabile (o perché l'avversario poi sbagliava, oppure perché c'era tempo per rimediare considerata la differenza di valori) può diventare fatale.

Quindi perdi. Guai allora a concedersi cali di tensione o momenti di distrazione. La morale è chiara: in A si può perdere, ma non ci si può perdere. Perché la serie A ti punisce. La seconda considerazione da fare è di ampio respiro, e si riferisce al rendimento di questo secondo mini-ciclo di campionato.

Considerate le 3 gare in 8 giorni l'Atalanta con 4 punti è a metà classifica: 7 squadre hanno fatto meglio, 8 hanno fatto peggio. Se invece guardiamo le quattro gare (quindi dalla sosta, Udinese compresa) l'Atalanta con 5 punti è ugualmente a metà classifica: 8 squadre hanno fatto meglio e 9 hanno fatto peggio.

E tra quelle che hanno fatto peggio in entrambi i casi ci sono le tre squadre che adesso sono più in difficoltà: Novara, Lecce, Cesena. Adesso che il vantaggio sul terzultimo posto sembra volersi stabilizzare (da tre turni si viaggia sui 3-4 punti), sarà decisivo tenere il passo. Se l'Atalanta perde una gara ogni mini-ciclo, cioè una gara ogni cinque, va benissimo. Per tenere la media bisognerà far bene col Cagliari. Per darsi una scossa. E cercare il riscatto.

Pietro Serina

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