Olimpiadi, il diaro di Pinotti
«Bilancio positivo, ma...»

di Marco Pinotti

Forse tra qualche settimana riuscirò a capire il valore di un quinto posto alle Olimpiadi, ma sarei bugiardo se dicessi che sono completamente soddisfatto della mia prova. Nella settimana precedente il raduno, avevo svolto allenamenti specifici in pista a Dalmine, dai quali avevo tratto indicazioni preziose sulla prestazione che avrei potuto fare in una prova di quasi un'ora.

Ho centrato l'obiettivo prefissato, ma guardando gli avversari arrivare e buttarsi sfiniti sull'asfalto mi sono chiesto se non avessi ancora nelle gambe qualche energia rimasta. Li ho visti arrivare attraverso il maxischermo posto nella zona di arrivo, con gli addetti che mi intimavano di muovermi e spostarmi. Ho detto loro, è la mia unica Olimpiade, lasciatemi godere questi momenti. Ed hanno capito.

Dal punto di vista tecnico avrei avuto bisogno di una ricognizione in più sul percorso, per memorizzare meglio alcune curve, nelle quali ho perso velocità, pagando energie per rilanciarla, caratteristica che non è il mio forte. In ogni caso il podio sarebbe stato difficile da ottenere.

Ma il bilancio di questa mia prima e unica, almeno da atleta, partecipazione olimpica è più che positivo. In entrambe le corse fatte mi sono goduto lo spettacolo di gente. Vivere il villaggio, dove si respira l'energia di chi ha una missione nella vita, è un esperienza che tutti dovrebbero fare.

E finalmente ieri sera, dopo aver evitato il più possibile le distrazioni, mi sono concesso qualche strappo alla disciplina, assaggiando diversi piatti di cucine etniche. Poi sono anche riuscito a vedere le gare serali di nuoto, facendo un po' il turista tifoso. Rientrerò nella serata di oggi, senza medaglie, ma consapevole di aver fatto quanto potevo per meglio rappresentare l'Italia.

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