Atalanta, nessun allarme
Ma ci vuole qualche ritocco

Calma Atalanta: è una secchiata d'acqua, non un diluvio. Perciò servono ritocchi, non lacrime, e un colpo di «testa» ai 52 punti dell'anno scorso, da spedire nell'angolo dei ricordi per tornare a giocare con la realtà.

Calma Atalanta: è una secchiata d'acqua, non un diluvio. Perciò servono ritocchi, non lacrime, e un colpo di «testa» ai 52 punti dell'anno scorso, da spedire nell'angolo dei ricordi per tornare a giocare con la realtà. L'Atalanta partita zoppa, sconfitta dalla Lazio all'esordio al Comunale, non è in crisi.

Non è un condor diventato tacchino, non è un castello di carta ingiallita, non è un bluff. Va puntellata, non smontata. Lo dicono pezzi doc della storia atalantina, che tracciano la via nella settimana che porta al Cagliari passando dall'Hotel Hilton di Milano: dimenticare l'anno scorso, coccolare e aspettare Denis, darsi una mossa sul mercato alla voce punte.

Giovani o meno, prime o seconde, purché forti. Perché c'è la porta da ritrovare e un gol da fare al passato. «Il problema è questo, il ricordo dell'anno scorso - spazza l'amarcord Ottavio Bianchi -: partite a mille, stagione pazzesca, record e gol. E allora si pensa che con la stessa squadra e 4 punti di penalizzazione in meno ripetersi possa essere semplice. In realtà è difficilissimo e non solo per questioni psicologiche».

Ci sono le gambe, dice Bianchi, e anche le gambe hanno una logica. «L'anno scorso l'Atalanta è stata costretta a partire fortissimo e infatti aveva un altro passo rispetto alle altre. Quest'anno l'impressione è che abbia fatto una preparazione diversa, per reggere alla distanza. È giusto che la sconfitta con la Lazio accenda interrogativi, ma questa non è crisi».

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