Atalanta, numeri in rosso
Ora però si riparta in quarta

Si ha un bel dire che con un calendario del genere il destino dei nerazzurri, contro Fiorentina, Inter e Juventus, fosse purtroppo segnato. Ma siamo onesti: chi in cuor suo non ha ipotizzato di raggranellare, in qualche modo, uno/due punti al termine delle tre sfide?

Si ha un bel dire che con un calendario del genere il destino dei nerazzurri, contro Fiorentina, Inter e Juventus, fosse purtroppo segnato. Ma siamo onesti: chi in cuor suo non ha ipotizzato di raggranellare, in qualche modo, uno/due punti al termine delle tre sfide?

Il digiuno nel muovere la classifica è, per di più, coinciso con un bilancio di cifre per nulla consolante. I sei gol subiti e nessuno realizzati si commentano proprio da soli. Qualcuno, appagato dalla buona prestazione corale della squadra contro i viola si era affrettato a ipotizzare che il bel gioco sarebbe stato di garanzia per successivi risultati. Li stiamo, purtroppo, tuttora pazientemente aspettando.

Intanto, però, la partita doppia, alla voce «differenza-reti» piange anche se bisogna sempre tener presente la competitività delle ultime tre avversarie. Non esenti da responsabilità a livello individuale qualche difensore e le punte per eccellenza Bianchi e Denis (in ordine alfabetico).

Ed è da qui che si deve ripartire spostandoci sulle prossime sfide, di pari portata sulla carta con Sampdoria (a Genova) e in casa con il Parma. A questo punto deviare, di colpo, sul bicchiere mezzo pieno non sembra fuori luogo dal momento che si ha a che fare con Stefano Colantuono. Ci è piaciuto, ai microfoni, dopo la Juve, quando ha lanciato messaggi di fiducia e non sferzate a singoli e collettivo pur dichiarandosi, ovviamente, dispiaciuto per l’esito finale del match. Una sorta, questa per lo meno la nostra interpretazione, di scudo per la squadra per poi attenderla a tu per tu alla ripresa degli allenamenti per dar seguito alle strategie tecnico-tattiche lungo la settimana. Del resto Colantuono nella sua duratura permanenza a Zingonia si è già trovato ad affrontare situazioni non all’acqua di rosa peraltro molto più delicate delle attuali. E, puntualmente, ne è uscito da vincitore indiscusso.

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