Atalanta, umori ribaltati
Ma una rondine non fa primavera

Centoventi secondi per mutare di colpo gli umori ai supporter nerazzurri che festeggiano la prima vittoria in campionato.

Amarezza e imprecazioni alla squadra al 9’ della ripresa quando un non attentissimo Sportiello ha consentito al Torino di passare in vantaggio con la punizione di Iago Falque. Sospiro di sollievo all’11’ st al gol di Masiello e addirittura apoteosi al 37’ st quando il sempre più sorprendente Kessie ha sancito il definitivo 2-1 su rigore. Reazioni comuni a ogni tifoseria. Immaginate che settimana sarebbe stata nel caso del terzo ko consecutivo? Con l’indice puntato soprattutto verso Gasperini accusato di aver disinvoltamente cambiato di nuovo formazione e moduli di gioco.

La vittoria ha così riabilitato l’allenatore piemontese e, al tempo stesso, alcuni giocatori fortemente criticati nelle uscite precedenti. Evviva, quindi, per un successo da ritenere un autentico toccasana sotto mille aspetti. Attenzione, però, a non esagerare. L’adagio «una rondine non fa primavera» ammonisce di evitare di lasciarsi prendere da facili entusiasmi. Anche perché i granata, siamo onesti, non si sono presi a sberle da cima a fondo. A sentenziarlo è il solo gol di scarto con il quale sono stati rispediti a casa a mani vuote.

Meglio e più costruttivo, allora, considerare la preziosa e intera posta in palio messa in saccoccia, si spera sia l’inizio di una rivitalizzazione da cementare senza altri intoppi. In tal caso si riprenderebbe quel percorso auspicato ai nastri di partenza del campionato. In altri termini non un’Atalanta da fanalino di coda ma in grado di costruire progressivamente l’ennesima salvezza che rientra nel pur minimo obiettivo sbandierato a destra e a manca dalla dirigenza.

Ricordiamo che in più occasioni Gasperini nell’avallare la corsa alla permanenza in serie A ha ripetuto che, comunque, «c’è modo e modo per ottenerla». A buon intenditor, poche parole.

Arturo Zambaldo

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