Atalanta, un flop non annunciato
Aggravante la recidività di Ljvaia

Le premesse di superare la pari classifica Verona e di proseguire il sogno europeo c’erano, eccome. Invece è accaduto l’esatto contrario. Alla resa dei conti, infatti, si è perso con relativo addio al pur ambito calcio internazionale.

Le premesse di superare la pari classifica Verona e di proseguire il sogno europeo c’erano, eccome. Invece è accaduto l’esatto contrario. Alla resa dei conti, infatti, si è perso con relativo addio al pur ambito calcio internazionale. L’inatteso flop, per di più casalingo, lo si è incassato, ahinoi, senza poterci attaccare ad alibi anche se fievoli.

Il team dell’ex Andrea Mandorlini ha prevalso sui nerazzurri per la qualità del gioco e a livello individuale. In altre parole i novanta minuti e più di partita hanno messo a nudo in maniera inequivocabile difetti e lacune denunciati dalla squadra a cominciare dalla sconcertante sconfitta, sempre a Bergamo, contro il pericolante Sassuolo.

Anche nella sfida della vigilia di Pasqua l’Atalanta ha dimenticato in assoluto i brillanti copioni recitati nel corso della applaudita serie delle sei vittorie di fila a cavallo tra marzo e i primi giorni di aprile. Non sarebbe onesto aggrapparsi agli sterili alibi per l’assenza di Stendardo in difesa e per l’uscita a metà ripresa, per infortunio, di Brivio con le tre sostituzioni in precedenza effettuate.

La dice lunga, poi, che il miglior atalantino sia stato, all’unanimità di giudizi, il portiere Consigli autore di un paio di prodigiosi interventi in grado di evitare a Denis e compagni un punteggio oltremodo severo. Con il senno di poi si potrebbero prendere in considerazione alcune discutibili scelte compiute da Stefano Colantuono sugli undici schierati al pronti via.

Una delle poche cose apprezzabili è stato l’arrembaggio finale dell’intero collettivo alla disperata ricerca del pareggio non appena Denis, comunque e soltanto al 42’ st, ha messo a segno il suo dodicesimo gol stagionale in campionato. Troppo poco, però, per millanta ragioni. Guai, ahinoi, sottacere la sceneggiata di Ljvaia nei confronti del pubblico coincisa con la sua sostituzione al posto di Moralez. Un episodio, quello della punta croata, da stigmatizzare a fondo che ha, così, cancellato sul nascere una prestazione, tutto sommato, discreta. Aggravante con la classica «A» maiuscola è la recidività!

Arturo Zambaldo

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