Bianchi sogna il ritorno al goal
Ma solo con la maglia dell’Atalanta

«Fosse per me rimarrei per sempre all’Atalanta. Per un calciatore, giocare nella squadra delle sue origini rappresenta un valore aggiunto inestimabile».

«A maggior ragione per uno come me che si ritiene, a buon diritto, uno dei “figli di Zingonia” e che con il lancio in prima squadra ha avuto l’opportunità di calcare, con maglie diverse, l’affascinante palcoscenico della serie A». Rolando Bianchi compirà 32 anni il prossimo 15 febbraio e spera, vivamente, di non essere sul taccuino degli operatori del mercato di riparazione.

Un’aspettativa forte, la sua, nonostante l’obiettiva concorrenza nel ruolo di punta nell’organico atalantino. Ma su una pedina come il granatiere di Albano Sant’Alessandro mister Stefano Colantuono sa di poter contare a occhi chiusi, e in ogni istante, come dimostrato in questa prima parte di un campionato che ha sancito il suo ritorno acasa. Utilizzato per lo più in spezzoni di partita, Bianchi ha innanzitutto regalato all’intero collettivo un impegno agonistico da vendere, corsa e movimenti all’altezza della sua carriera.

A questo punto mancherebbe solamente il goal. Una specie di «aperitivo» Bianchi lo ha, comunque, offerto la scorsa settimana in Coppa Italia, realizzando la rete della bandiera a Firenze. «Che sia un buon segnale – auspica – visto che non vedo l’ora di esultare, di nuovo in campionato e con questi colori». Ultima annotazione: i tifosi sono schierati all’unanimità dalla sua parte: di lui, per prima cosa, ammirano la ferma volontà di contribuire all’operazione-risalita dell’Atalanta. Pronti e impazienti, al tempo stesso, di condividere con lui la gioia per il suo primo goal nelle vesti di «figliol prodigo».

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