«La Domestica sportiva», gol e sorrisi

di Andrea Vitali

Eccoli lì i corsi e ricorsi della Storia con le esse maiuscola: il Chievo che dopo un anno esatto, calendario calcistico in mano, va a vincere a Napoli e l’Inter che ne infila sette nella porta del Sassuolo.

di Andrea Vitali

Eccoli lì i corsi e ricorsi della Storia con le esse maiuscola: il Chievo che dopo un anno esatto, calendario calcistico in mano, va a vincere a Napoli e l’Inter che ne infila sette nella porta del Sassuolo. Poi c’è il Vale che finalmente esce dall’isolamento e ne fa cento, e a qualcuno dovrebbero venire in mente i cento giorni di Napoleone dopo la lunga squalifica. E infine c’è il Contador che vince ancora la Vuelta, a conferma che i proverbi non mentono mai.

Qualcuno vuole altri esempi di come il mondo sportivo non sia altro che una fedele rappresentazione del mondo in generale e di quanto la sua interpretazione sia in grado di farci vedere la realtà e anche prevedere il futuro? No, è la risposta stracca e unanime dei poveretti, tra i quali il sottoscritto, che alle sei della mattina sono davanti chi a un primo caffè schifoso (macchina fredda), chi a una brioche possa, chi a un bianchetto, sorta di richiamo vaccinale. Ma tanto lei non tiene conto dei pareri di nessuno. « Parlo solo col capitano», è il suo motto.

A proposito, lei è Ernestina Mascià, meglio conosciuta come la Domestica Sportiva. Domestica perché fa lavori a domicilio, Sportiva perché è cresciuta nel negozio di ortofrutta di suo padre, fumando nazionali senza filtro e avendo come libri di testo pezzi di Gazzetta, Tuttosport e Stadio con i quali avvolgeva le verdure. All’alba degli ipersupermercati il suo negozietto è affondato e lei si è trovata in braghe di tela. Non si è arresa però. Si è messa sul mercato a parametro zero e ha cominciato una fulminante carriera di domestica. Lavora tutti i santi giorni della settimana, tranne naturalmente la domenica che il Signore ha preservato per la pratica sportiva agonistica e il lunedì, come i barbieri e i calciatori, che passa leggendo quotidiani e pagine sportive.

Tra gli altri, rende i suoi servizi al professor Mattia Canais, un vedovo, professore in pensione di lettere classiche, che tempo fa ha lasciato la città per trasferirsi in un bilocale sul lago, dove ha trovato la pace necessaria per continuare certi suoi studi linguistici. Il giorno del prof è il martedì, ripresa degli allenamenti. Il Canais di sport non sa una mazza, tranne qualcosa sulla pallacorda, ignota invece alla Mascià perché non è una disciplina olimpica. Racconta però orgogliosa di aver preso parte a una rappresentazione per quadri delle prime Olimpiadi, quand’era giovane e frequentava l’oratorio. Chiesto consiglio a suo padre su quale divinità interpretare, il vecchio le ha consigliato Atalanta, per la semplicità del costume. Si è presentata sul palco con la maglia a righe nere e azzurre. « E com’è andata»?, ha chiesto il prof.

Così così: una parte del pubblico presente ha applaudito, un’altra, ma erano quelli del Milan e della Juve, ha fischiato sonoramente. A quelli lei ha risposto col gesto dell’ombrello e il prete l’ha squalificata, per un mese non l’ha più fatta entrare all’oratorio.

«Cose dell’altro mondo», ha commentato il Canais. No, ha ribattuto la Mascià, l’altro mondo non esiste. Ce n’è uno solo. È diviso in due tempi, il dì e la notte, e in mezzo c’è un breve intervallo: forse la nostra vita si svolge dentro lì. E noi non sappiamo come va a finire fino a che l’arbitro non fischia la fine. «Spes ultima Dea», ha ammonito il prof. «Cosa c’entra l’Atalanta»?, ha chiesto la Mascià.

Andrea Vitali, celebre scrittore lecchese di Bellano, cura «La Domestica sportiva», una nuova rubrica sulle pagine sportive de L’Eco di Bergamo. Sul giornale di mercoledì 17 settembre, un nuovo episodio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA