E ora Gasperini si gode il trionfo
«Ho una società forte alle spalle»

Il mister nerazzurro: «Ero molto vicino a finire prestissimo la mia esperienza . La situazione ambientale era difficile e quando non ci sono risultati tutto il resto non passa».

«L’Inter attuale non sarà la squadra più forte del campionato, ma è sempre l’Inter: non mi sembra giusto minimizzare i meriti dell’Atalanta». Il tecnico bergamasco Gian Piero Gasperini, intervenuto a «Radio Anch’io Sport» su Rai Radio1, rimarca così il successo della sua squadra, domenica, su quella di Frank De Boer. Il collega olandese rischia l’esonero come lo stesso Gasperini lo aveva rischiato all’inizio della stagione dopo la cattiva partenza della sua Atalanta. «Negli ultimi anni il club sta facendo fatica, nonostante i grandi investimenti, non trova il filo. La società, se crede in lui, deve fare delle valutazioni realistiche sulle possibilità che abbia di cambiare la situazione. Fondamentale è che la squadra faccia la sua parte. Per chiunque al suo posto, comunque, ci vorrebbe un po’ più di pazienza» ha spiegato.

E pensare che Gian Piero Gasperini ha rischiato seriamente di essere esonerato dopo le prime giornate di campionato. Sembra un paradosso, ma l’Atalanta che nelle ultime due giornate di campionato ha messo sotto Napoli ed Inter, volando nelle zone nobili della classifica, avrebbe potuto perdere subito il suo condottiero. «Ero molto vicino a finire prestissimo la mia esperienza - rivela il tecnico nerazzurro - La situazione ambientale era difficile e quando non ci sono risultati tutto il resto non passa. C’è stata poi una crescita di gioco e fiducia, accompagnata da risultati e cambiamenti: anche io avevo bisogno di un rodaggio e la squadra ha risposto bene».

«C’è una nuova generazione di giocatori, ci auguriamo di tornare a essere un serbatoio della Nazionale e dei grandi club - spiega il 58enne mister di Grugliasco - Contano tanto i bravi giocatori: è chiaro che il fatturato è determinante, i soldi aiutano ma per fortuna c’è la possibilità di aguzzare un po’ l’ingegno quando non si hanno disponibilità e qui a Bergamo ci sono le condizioni per fare un buon lavoro. La piazza è comunque molto calda - assicura Gasperini - quasi come tutte quelle italiane: ci sono le stesse tensioni che si vivono nelle grandi squadre e per l’allenatore contano soltanto i risultati».

«Bisogna fare delle valutazioni sul lavoro e sulla credibilità dell’allenatore a migliorare, si dà troppa importanza all’aspetto tattico perché è fondamentale anche la gestione dello spogliatoio, del rapporto con la squadra, e ci sono anche persone dietro il tecnico che debbono fare la loro parte. In una prima fase, gli allenatori devono avere un pizzico di fortuna per ottenere dei risultati in partenza anche se i meccanismi non sono rodati. Oppure, debbono avere una società forte alle spalle che crede nell’allenatore, come è successo con me a Bergamo nei momenti difficili». Con Petagna ormai esploso («Ho cercato di tirare fuori il meglio che lui ha sempre avuto»), Gasperini chiude parlando di Gomez: «È seguito da Ventura, ma forse, in quanto argentino, ci sono problemi burocratici e non so se sarebbe utile alla Nazionale».

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