«Fuorigioco», come è nata l’indagine?
«Dalle rapine ai calciatori del Napoli»

C’è una data precisa in cui l’ennesima bufera abbattutasi sul mondo del pallone prende forma: il 20 gennaio 2012.

La Guardia di Finanza sta indagando sulle rapine ai giocatori del Napoli (Hamsik e Lavezzi). Rapine, dirà un anno dopo un collaboratore di giustizia, dietro le quali c’erano gruppi di ultrà intenzionati a punire i giocatori che non partecipavano alle manifestazioni dei tifosi.

Quel 20 gennaio gli investigatori della Guardia di Finanza intercettano Lavezzi al telefono con il suo procuratore Alejandro Mazzoni: l’attaccante chiede informazioni sull’apertura di un conto corrente in Svizzera intestato a Cristian Chavez, lo sconosciuto argentino arrivato a Napoli assieme a lui. Mazzoni risponde di non preoccuparsi poiché quel conto sulla Hsbc era già stato chiuso e stava provvedendo ad aprirne un altro. Gli investigatori si insospettiscono e iniziano a ficcare il naso sugli aspetti economico-finanziari dei contratti dei calciatori assistiti da Mazzoni, scoprendo alcune «anomalie fiscali». Ma vanno oltre, e si accorgono che quelle anomalie c’erano anche nella gestione dei contratti da parte dei procuratori che avevano assistito i giocatori in entrata e in uscita dal Napoli. E anche in diverse altre società. «Emergeva - scrive il gip - un modus operandi sospetto su base nazionale».

L’indagine si allarga in modo esponenziale e nove mesi dopo i finanzieri si presentano nelle sedi di 41 società di A e B e alla fine scoprono, dice sempre il Gip, «una sistematica pratica contrattuale di agenti e società a porre in essere operazioni commerciali fiscalmente elusive, sia nel comparto delle imposte dirette che dell’Iva».

In quattro anni d’indagine, i magistrati hanno fatto due conti, scoprendo così che Adriano Galliani ha indicato nelle dichiarazioni a fini Iva «elementi passivi fittizi» per oltre un milione; il suo collega Claudio Lotito 140mila, l’allora presidente della Juve Jean Claude Blanc 187mila euro, Maurizio Zamparini 190mila euro, Enrico Preziosi 300mila euro, Andrea Della Valle 350mila euro, il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis 400mila. Dal canto loro, i giocatori non sono da meno: Ciro Immobile, dice il gip, ha omesso di dichiarare «maggiori compensi ricevuti» per 231mila euro, il centrocampista del Milan Nocerino per 922mila, il difensore atalantino Paletta (per fatti di quando era a Parma) per 356mila, Lavezzi per 900mila, Denis per 696mila, Mutu per oltre 200mila.

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