Giro di Lombardia, Chaves brucia Rosa
Splendida folla a Bergamo - Foto e video

Era il favorito numero uno e il colombiano Esteban Chaves (Orica-BikeExchange) ha confermato il pronostico nel Giro di Lombardia, ma all’arrivo di Bergamo ha dovuto sudare tantissimo per bruciare allo sprint e in rimonta negli ultimi dieci metri Diego Rosa, il piemontese dell’Astana. Terzo Uran e quarto Bardet. Il quartetto aveva monopolizzato la fase cruciale della corsa. Deludente Aru. Grande spettacolo di folla.

Chaves è entrato nella storia del Giro di Lombardia. È la prima volta infatti che un corridore colombiano vince una Classica Monumento, è il primo non europeo a vincere al Lombardia. «È un sogno incredibile vincere qui - le parole a caldo di Chavez -, abitavo proprio a Bergamo». Deluso Aru che ha perso progressivamente terreno e non è stato mai in lizza per il trionfo.

Dicono che sia stato il Lombardia «più duro di sempre». Da Como a Bergamo: 240 chilometri di salite, fatica e sudore per incoronare il re d’autunno. La corsa è durata 6h26’ e per fortuna sono cadute soltanto poche gocce di pioggia che non hanno rovinato i km decisivi. Poco prima delle 14 i primi ciclisti erano entrati nella Bergamasca, passando per Calusco. Un dislivello complessivo di 4.400 metri per l’ultima Classica Monumento del 2016, tosto quanto una tappa di montagna dei grandi giri: il Lombardia che si è corso, organizzato da Rcs Sport, ha unito la tradizione del Ghisallo (picchi al 14%) alle novità di Sant’Antonio Abbandonato (6.5 km, media al 9.8%) e Miragolo San Salvatore (8.7 km e 11% di pendenza). Sono state queste rampe l’antipasto del gran finale: il valico del pedalabile Selvino è stato il trampolino per arrivare a Bergamo Alta, dove i corridori hanno pedalato su un muro in pavé e davanti a migliaia di spettatori. Bergamo non ha più i campioni, ma il pubblico resta favoloso.

Chaves ride, Rosa piange. Quasi profeta in patria Chaves: colombiano scoperto da Claudio Corti e trapiantato a Bergamo per inseguire il sogno di diventare un ciclista professionista. Un 2016 stellare per lui: secondo al Giro, terzo alla Vuelta e ora «questo sogno incredibile». Ha le guance segnate dal rossetto delle miss che lo hanno incoronato Re d’Autunno e il volto rigato dal sudore, eppure Chaves non si rende ancora di ciò che ha fatto. E pensare che alla partenza aveva definito il percorso «bastardo» per la sua durezza e senza mai poter riprendere fiato.

Ma corre da campione il colombiano della Orica-BikeExchange: resta con i big senza esporsi e sul Selvino sferra l’attacco decisivo, trascinandosi dietro Uran (terzo) e Bardet (quarto), che cede di schianto solo sullo strappo in pavé verso Bergamo Alta. Allo sprint il «Colibrì» di Bogotà poi dà un esplosivo colpo d’ali per volare fino al cielo. Per un grande vincitore ci deve essere però uno sconfitto. E il pianto composto di Diego Rosa, beffato a 20 metri dal traguardo e accasciato sulla sua bicicletta, è un crudele manifesto dello sport a pedali. Lacrime che arrivano una manciata di metri dopo aver urlato un «no» disperato con lo sguardo verso lassù. «Ci credevo davvero - commenta Rosa dopo essere stato acclamato sul podio come un vincitore -, in volata partivo battuto e ho provato a partire lungo. Un vero peccato ma sarà per il prossimo anno».

Una prova matura e di personalità: si spende a lungo da gregario per scortare Aru (opaco, solo 11esimo a 1’26) e chiude con i gradi di capitano quando il sardo capisce di non averne più. Attacca, ricuce, riparte. Sembrava corridore per i grandi giri, a 26 anni si scopre adatto alle classiche e diventa una bella speranza azzurra per le corse di un giorno. Avrà tempo per vincere, pronto a cambiare casacca (dall’Astana al Team Sky). Avrà tempo per trasformare le lacrime in sorrisi: a partire da stasera quando è in programma il suo addio al celibato. Rosa convolerà a giuste nozze il prossimo 8 ottobre: per una manciata di centimetri non lo farà da Re del Lombardia. Motivo in più per riprovarci.

CRONACA DELLA FASE FINALE

La situazione a 28 km dall’arrivo, dopo il passaggio a Selvino, vede un quartetto al comando formato da Rosa, Chaves, Uran e Bardet. Il gruppo con Aru, Valverde e Brambilla è a una quarantina di secondi.

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Ad Alzano c’è sempre lo stesso poker in testa e Aru è scivolato a un minuto.

Siamo a 4 km dall’arrivo, sulla salita della Boccola, sono ormai Rosa, Chaves, Uran e Bardet a giocarsi la vittoria.

A tre km dall’arrivo perde contatto Bardet.

A un km dal traguardo è lotta a tre tra Chaves, Rosa e Uran.

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