Il calcio da altezza tacco 12
Storia di tre procuratrici Bg

Il calcio visto dalle donne. Michela Macalli, Alessandra Allegrini e Sara Abbiati sono le tre bergamasche che figurano nell’albo degli Agenti Fifa (i procuratori).

La capofila è Michela Macalli, iscritta dal 2010, 33 anni, di Casnigo, una lontana parentela con il presidente della Lega Pro Mario Macalli. È mamma di Matteo, 12 anni, figlio del bomber bergamasco del calcio dilettantistico Fabio Spampatti: nel suo curriculum c’è anche il titolo di «Miss Mamma Italiana Sprint» conquistato nel 2013 a Monselice.

Cresciuta con la passione per la neve tra Sci club Orezzo e Sci Club Selvino allenata da Tony Morandi, laureata in Scienze Motorie all’Università di Milano con un master in Management e Marketing dello Sport, attiva come personal trainer, è stata la prima Agente Fifa orobica. «Ho iniziato nel 2005 collaborando con l’ufficio di Oscar Damiani per il quale, in particolare, ho seguito passo dopo passo l’inserimento italiano del calciatore francese Yoann Gourcuff nel Milan di Carlo Ancelotti. Lo chiamavano il piccolo Zizou…era il Milan degli anni d’oro, delle vittorie leggendarie in Champions League, in SuperCoppa, nel Mondialito per Club. Oggi Gourcuff è tornato in Francia e gioca nell’Olympique Lione. L’ambiente rossonero mi ha lasciato tante belle amicizie come quelle con Yelena Simic e Paola Bonera, con le quali ogni tanto ci si mette d’accordo per andare insieme in tribuna a San Siro».

Una carriera oggi più rivolta ai vivai: «Mi dedico in particolare ai settori giovanili e a seguire i minorenni, che i genitori mi affidano quasi come fossi un’educatrice, probabilmente per la mia figura femminile. Poi i migliori spiccano il volo, sfruttando i contatti che mantengo da tempo con i vari big come Vincenzo Morabito, Claudio Vigorelli, Carlo Diana, Davide Lippi. Adesso ho ragazzi interessanti tra gli Allievi Nazionali di Atalanta e Pro Sesto, ma meglio non fare troppa pubblicità». Nel suo futuro tanti progetti in cantiere, come quello legato al calcio femminile e presentato in prima persona al neopresidente federale Carlo Tavecchio.

Alessandra Allegrini ha 25 anni, è di Bergamo, ad aprile conseguirà la Laurea in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Bergamo. Il suo sogno era diventare giornalista sportiva: collabora con una testata bergamasca e con la società AlzanoCene come addetta stampa, poi lo Short Master de «Il Sole 24 Ore» sul ruolo del procuratore sportivo cambia i suoi orizzonti. Conosce Silvano Martina che le regala preziosi consigli in tal senso: si prepara con l’aiuto di un avvocato di Reggio Emilia esperto di diritto sportivo e il 4 aprile 2013 supera brillantemente la prova di idoneità per il rilascio della licenza.

«Aspetto di laurearmi prima di iniziare la professione, ma mi sono già arrivati tanti messaggi di giocatori per la loro procura. Mi hanno mandato anche filmati, molti sono giovani calciatori stranieri, si passa dai danesi ai senegalesi». Apprendistato sì, ma con le idee già molto chiare: «Dobbiamo sfatare alcuni tabù. Spesso nel calcio donna significa non capire di pallone, oppure altrettanto spesso un bel sorriso ti apre strade più difficili per i maschietti. No, dobbiamo partire tutti dallo stesso piano con le medesime opportunità».

Sara Abbiati ha 25 anni, è di Urgnano ed è anche la compagna di Marco Sportiello, l’attuale portiere dell’Atalanta che prima di Natale le ha anche regalato la maglia azzurra dell’esordio con l’Italia Under 21. È laureata in Giurisprudenza: in ordine cronologico è l’ultima delle tre bergamasche ad aver ottenuto lo status di agente di calciatori nella sessione del 26 settembre 2013. Quella per il calcio è una passione di famiglia: «Mio padre Alessandro è stato calciatore professionista con il Chievo Verona e con la Cremonese di Gianluca Vialli ed Emiliano Mondonico, prima che la frattura di tibia e perone ponesse fine anzitempo alla sua carriera ad alti livelli». Il pensiero di Sara racchiude quello di tutte: «Il calcio è un ambiente molto maschilista, ma penso che anche le donne possano ritagliarsi il loro spazio. È vero, attualmente siamo quasi 1400, ma in realtà sono molto meno della metà gli agenti Fifa che esercitano attivamente il loro mandato: anche in questo mondo serve dare una rinfrescata, più giovani e più quote rosa».

Matteo De Sanctis

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