La polenta Bg sbarca a Mosca
Scommessa con menù in cirillico

L’insegna si accende ufficialmente oggi e il menù in cirillico - e tutto il resto - è pronto. E se anche solo la metà dei moscoviti varcherà la soglia del PolentOne - edizione ruski - saranno in 7milioni ad aver assaggiato la polenta.

L’insegna si accende ufficialmente oggi e il menù in cirillico - e tutto il resto - è pronto. E se anche solo la metà dei moscoviti varcherà la soglia del PolentOne - edizione ruski - saranno in 7milioni ad aver assaggiato la polenta, il piatto più povero, ma probabilmente anche il più famoso, della tradizione orobica.

Se così sarà, «faremo il botto, perché la Russia è il territorio più difficile per fare business», dice Marco Pirovano, che due anni fa ha aperto la prima polenteria in Borgo Santa Caterina e che oggi conta nove punti vendita.

Lo street food made in Bergamo, nel centro commerciale che ospita il PolentOne in terra sovietica, all’Affimall, davanti alla Fiera di Mosca, dovrà sfidare noti marchi internazionali di food&beverage: da Starbucks a Kfc. È qui che Marco Pirovano ha portato la sua creatura, il PolentOne, la polenta che viene «spillata» per poi essere servita con diversi contorni, anche quelli rigorosamente della tradizione.

A Mosca le ricette originali, nessuna modifica ai menu e ingredienti esclusivamente bergamaschi:«È stato tutto scritto nel contratto, voglio che la qualità sia sempre alta», sottolinea Marco. Niente è stato stravolto: «Ci sono il Branzi, il Taleggio e la nostra farina, i sughi sono gli stessi», sottolinea più volte l’ambasciatore della cucina orobica in Russia. Prima di azzardare l’avventura in terra straniera, lontana dalle tradizioni culinarie della Bergamasca, alcuni mesi fa è stato fatto un sondaggio sui gusti dei moscoviti. Rivelatosi molto confortante.

© RIPRODUZIONE RISERVATA