L’atletica piange Jerry Bertocchi
Lo sport bergamasco è in lutto

L’ostacolsta, uno dei campioni più grandi dell’atletica bergamasca, è volato in cielo a soli 52 anni

Luigi Bertocchi corre tra le nuvole. L’atletica bergamasca piange uno dei suoi campioni più grandi, volato in cielo a soli 52 anni, 24 mesi dopo la diagnosi di un cancro rivelatosi la barriera insormontabile della sua sfida terrena. Si è spento al Papa Giovanni. A «Jerry» (come lo chiamavano gli amici) specialista di Nembro dei 110 ostacoli, sono legati risultati e momenti indimenticabili del nostro movimento: è il secondo orobico per numero di maglie azzurre in nazionale maggiore (ben 26), il primo di sempre ad aver partecipato a Mondiali indoor (’85, Parigi) e outdoor (Roma, ’87).

La vita ai blocchi del gigante buono Bertocchi era iniziata a 13 anni. Da allievo vinse subito il titolo italiano sui 110 ostacoli, da junior fece il bis nei 60 hs indoor. A 19 anni l’ingresso nelle Fiamme Gialle lasciando il lavoro nell’azienda meccanica dove è tornato a carriera conclusa. In mezzo progressi cronometrici costanti che l’hanno portato a 13”69 sui 110 hs (Potenza, ’91) e 7”80 sui 60 hs (Genova ’87), valsi i blocchi per Europei Indoor, una Coppa Europa, tre Giochi del Mediterraneo e due Mondiali militari (con vittoria). Nell’ultima intervista (in cui aveva reso pubblica la sua battaglia contro il male) aveva confessato che l’unico rammarico era stato quello di non essere riuscito a vincere mai un titolo tricolore assoluto all’aperto (in compenso ne aveva centrati due indoor, ’86 e ’87).

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