Remer, col Legnano sognando i playoff
Comark, continuità all’operazione risalita

Battere il ferro intanto che è caldo. Slogan più appropriato non potrebbe essere coniugato alla Remer, ospite, domenica 30 (inizio alle 18) a Castellanza, del Legnano.

Sì, perché il team orobico sta volando tanto che occupa il secondo posto dopo nove turni di campionato. Pure il calendario sta dalla sua parte visto che il Legnano è dietro di quattro lunghezze e reduce della scoppola di Reggio Calabria (ventinove lunghezze il passivo).

A ulteriore conferma della piena salute in casa Remer è lo stop inferto al Pala Facchetti all’allora imbattuta Treviso. D’accordo, il team trevigiano era privo di un paio di pedine importanti ma ciò non deve togliere i riconosciuti meriti alla formazione diretta con abilità da Adriano Vertemati. Anche con Treviso indiscussi prim’attori sono risultati capitan Rossi e il talentuoso Marino, comunque, ben coadiuvati dalla simpatica batteria dei ventenni. In particolare c’è stata, finalmente, la riesplosione del triplista Carnovali sottotono nelle precedenti uscite per motivi sempre da ricercare.

Rientrare a Treviglio con il bottino significherebbe mantenere la lusinghiera piazza d’onore e continuare a fare un pensierino ai suggestivi playoff, al termine della regular season. Vertemati ha disponibili i dieci titolari: Carnovali, Rossi, Gaspardo, Marino, Kyzlink (quintetto di partenza?) Marusic, Sabatini, Slanina, Turel e Beretta.

Rinfrancata dal rinfrancato blitz di Lugo di Romagna, la Comark torna dopo un mese di assenza al Centro sportivo Italcementi, di via Statuto, a Bergamo. Avversaria la neopromossa Crema, complesso di caratura medio-bassa. Guai non accaparrare una posta in palio che consentirebbe alla squadra presieduta da Massimo Lentsch di dar seguito all’operazione risalita. Ma non scommettere a occhi chiusi sulla vittoria rientra in una certa logica considerate le difficoltà oggettive emerse in lungo ed in largo in questo scorcio di campionato. Da approfittare sino in fondo del fattore campo.

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA