Tina Maze, la regina delle piste lascia
E abbraccia la Goggia: «Ora tocca a te»

La sciatrice bergamasca dedica un post su Facebook al suo idolo: «Ho sempre voluto essere come te, grazie di tutto».

Sabato 7 gennaio Tina Maze, la grande sciatrice slovena, ha appeso gli sci al chiodo. Campionessa olimpica nella discesa libera e nello slalom gigante a Soči 2014, nel suo palmarès vanta anche quattro ori iridati, una Coppa del Mondo e due Coppe di specialità. L’ultimo gigante nella sua Slovenia, a Maribor, sotto gli occhi della bergamasca Sofia Goggia, che della Maze ha fatto il suo idolo. E alla quale ha dedicato un intenso post su Facebook.

«Come te , nessuna mai mi è stata così d’esempio: ti ho idealizzata qualche anno fa come il prototipo dell’atleta che un giorno mi sarebbe piaciuto diventare; obiettività, dedizione al lavoro, costanza, grinta, forza fisica, mentale e...una incontentabile e insaziabile fame di vittoria . Quando sabato scorso eri al cancelletto, io ero in fondo, al traguardo, pronta a godermi il tuo ultimo ballo. Sei partita un’ultima volta da quel cancelletto , lo stesso cancelletto che ti ha riservato tante soddisfazioni, il cancelletto tramite cui hai mostrato con fierezza al mondo chi fosse Tina Maze e ... mi sono messa a piangere».

«Mi sono messa a piangere , perché ho pensato a tutto ciò che tu- inconsapevolmente - mi hai dato in questi anni , anni che sono stati molto sofferti per me. Dico sempre che la forza per rialzarmi, dopo le varie cadute, l’ho trovata dentro me stessa. Ma se così è stato , cara Tina, devo ringraziare anche te; perché tutte le volte che nelle stagioni scorse sono entrata in camera mia, alzando lo sguardo, ho potuto sempre abbozzare un sorriso, ho sempre potuto sognare dinnanzi alle pagine della Gazzetta - interamente dedicate a te - che ho deciso di appendere al muro».

«Nel mio piccolo ho sempre voluto essere come te, una piccola Tina Maze: non solo e prettamente per i risultati, ma soprattutto per il modello di atleta grazie a cui ti ho così fortemente idealizzata; una donna che nonostante le debolezze, insite nella natura, si è trasformata in una macchina da guerra. Sabato scorso ho assistito al tuo ultimo saluto, nella tua veste migliore, la nostra preferita».

«Dopo aver salutato la tua gente al traguardo, sei uscita, ti ho ammirata ancora un attimo e poi mi sono avvicinata. Ho continuato a piangere a dirotto, te lo giuro cara Tina ; non ho mai pianto così tanto per qualcuno, ma forse perché quel qualcuno non mi ha mai toccato le corde del cuore con la stessa intensità delle emozioni che mi hai fatto vivere in questi anni e soprattutto sabato. Mi sono avvicinata, ci siamo abbracciate... So che ti sei commossa anche tu. E in quell’abbraccio di gratitudine che ti ho dato.. Hai pronunciato parole bellissime per me, parole che hanno lasciato il segno, parole che mai mi potrò dimenticare: “ora tocca a te”. Grazie, Tina. Grazie di tutto».

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