Val Cavallina, ritorno alla natura
per rilanciare sviluppo e turismo

La Val Cavallina torna alla natura per rilanciare il proprio sviluppo e garantirsi un futuro tra il verde e il turismo. Una decisione illustrata e sviluppata nel Progetto integrato d’area (Pia): 24 interventi in tutta la valle.

L'approfodimento su L'Eco di mercoledì 13 gennaio

La Val Cavallina torna alla natura per rilanciare il proprio sviluppo e garantirsi un futuro tra il verde e il turismo. Una decisione illustrata e sviluppata nel Progetto integrato d’area (Pia) denominato proprio «La Val Cavallina. Il ritorno alla natura come chiave dello sviluppo», presentato dal Consorzio servizi della Val Cavallina insieme ad altri 15 partner pubblici e privati (10 Comuni, quattro parrocchie e la cooperativa L’Innesto), che ha ottenuto dalla Regione un contributo a fondo perduto di quasi 3,2 milioni di euro, pari al 48% del costo totale (6,5 milioni).

In totale, per il Pia è previsto un «pacchetto» di 24 interventi dislocati lungo tutta la valle, collegati da un unico obiettivo: la riscoperta e il rilancio del territorio come luogo ricco di biodiversità, saperi e possibilità ricettive. Il tutto senza l’edificazione di nuove strutture, ma la riqualificazione di antiche cascine, il restauro di chiese e antichi mulini, il recupero di sentieri e aree ambientali di pregio.

Il piano è stato presentato ieri nella sede dello Ster (ex Genio civile) a Bergamo, alla presenza di Mario Barboni, presidente del Consorzio servizi della Val Cavallina; Mario Bordogna, del Consorzio; Simone Scaburri, presidente della Comunità dei laghi; Carlo Saffioti, consigliere regionale; Lodovico Patelli della cooperativa L’Innesto; il vicario don Umberto Boschini; Valerio Di Iorio, di Legacoop Lombardia; i tecnici del gruppo di progettazione Francesco Silvestri e Chiara Patelli.

Partecipano al progetto i Comuni di Bianzano, Cenate Sopra, Entratico, Grone, Gaverina, Monasterolo, Spinone, Ranzanico e Vigano San Martino, le parrocchie di Cenate San Leone (Cenate Sopra), Borgo di Terzo, Monasterolo, Sant’Antonio di Grone e la Comunità montana dei laghi, oltre alla cooperativa «L’Innesto», incaricata dal Consorzio dei servizi della Val Cavallina di coordinare dal punto di vista tecnico i progetti, insieme all’Associazione borghi autentici d’Italia.

L'approfodimento su L'Eco di mercoledì 13 gennaio

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