Cani pastore, che passione!
Ecco come educarli

Non è difficile, ma mai dare nulla per scontato. Ecco qualche utile consiglio

Pastori, che passione! È sempre un piacere scrivere le mie impressioni su questi splendidi cani selezionati nei secoli per aiutare l’uomo nella gestione delle greggi ed oggi splendidi compagni della vita di tutti i giorni, eccellenti atleti, superbi guardiani delle nostre abitazioni... ma sempre pastori e quindi con una propensione innata per il lavoro! Oggi, oltre al sempre amato pastore tedesco, assistiamo alla sempre più massiccia diffusione del border collie, divenuto famoso grazie ad un famoso spot pubblicitario e dell’australian shepherd, arrivato circa due decenni fa in Italia grazie ai maneggi «western». Ora sono i dominatori incontrastati dei campi di agility di tutto il nostro bel paese.

Le razze da pastore sono comunque tante, e tutte ben allevate in Italia. Il fascino che questa tipologia di cani ha su di noi è davvero grande se pensiamo che ogni anno sono parecchie migliaia i cuccioli di pastori che vengono censiti a livello nazionale, con un non indifferente giro di affari. Questo ci deve portare ad avere molta attenzione nello scegliere un buon allevatore, onde evitare spiacevoli sorprese.

Se non avete mai vissuto al fianco di un pastore e state valutando di buttarvi in questo mondo, chiedete prima la consulenza di un buon Educatore Cinofilo. Vi aiuterà a valutare al meglio la Vostra idea non solo con un colloquio, ma anche attraverso l’osservazione degli spazi che avete a disposizione e che intenderete offrire al vostro futuro compagno peloso. Un pastore, ancora più di altre tipologie di cane ha bisogno di spazi vitali importanti, di attività costante e intensa e di un vero leader da riconoscere.

Educare un pastore non è difficile, ma non date nulla per scontato. Un luogo comune quanto mai errato dice che è facile in quanto si tratta di cani da lavoro. La mia esperienza in materia smentisce tutto ciò. Hanno personalità spiccate, tendenza all’indipendenza, grandi doti atletiche e un cervello finissimo. Lavorare con un border collie non è difficile, ma è enormemente impegnativo. Apprende alla velocità della luce, ma altrettanto velocemente si annoia e va in frustrazione. In un’ora di lezione bisogna continuamente cambiare esercizio, stimolare la sua testolina sempre in maniera differente, tenere alto il suo naturale entusiasmo. Allora è una Ferrari, ma vi garantisco che dopo una buona ora con un borderino (o con un Australian, perchè no) si è stanchi, oltre che estremamente soddisfatti.

Vanno educati fin da piccoli, già a tre mesi si può iniziare con puppy class e socializzazioni, estremamente importanti per i nostri cani, giocoforza sempre più «urbani». Da subito devono imparare la serena convivenza con i propri simili anche nei piccoli spazi. Non è raro incontrare nelle vie del centro famigliole a spasso con pastore al seguito (onestamente mi chiedo cosa ci facciano lì tutti ben vestiti ed impeccabili invece di essere in qualche campagna fangosa a far correre il loro cane. Il mio ottimismo mi fa pensare che ci sono andati ieri...). Comunque i tempi sono cambiati e anche i nostri beniamini devono adeguarsi!

Partiamo subito con il richiamo, insegniamolo loro in maniera positiva, giocosa e intelligente. Il nostro cane deve tornare perchè lo desidera, perchè siamo un riferimento, una base sicura, non perchè si sente costretto a farlo. Le costrizioni e la coercizione umiliano i cani quanto noi e i pastori sono troppo fieri per essere umiliati. La loro fierezza va coltivata e sfruttata a nostro vantaggio, e non repressa. Passiamo poi agli altri comandi, che non devono mancare. Concentriamoci molto su quelli statici («resta»), dove dobbiamo abituarli ad eseguirli anche mentre non ci stanno vedendo o in presenza di più o meno grandi distrazioni (cibo, cani, persone), e sul lavoro a distanza (ad es. «seduto-terra»). Abituiamoli subito al guinzaglio e al collarino, ricordandoci che la pettorina non è umiliante per un pastore come per nessun cane, mentre il collare a strangolo è dannoso e doloroso per tutti, anche per il più tosto dei molossi. Abituarli al guinzaglio non necessariamente significa iniziare da subito la condotta, che secondo me va cominciata come un gioco senza che il cane sia ritenuto. Deve imparare a seguire la nostra mano che lo guiderà nel «piede-passo». Ricordiamoci che una buona condotta al guinzaglio nasce sempre dentro il cancello e non fuori: un cane già sotto controllo prima del portone sarà più facile da gestire anche fuori dello stesso!

Un ultimo accenno a chi farà vivere il proprio pastore tra le mura di casa: lasciategli i suoi spazi, mettete fin da subito dei paletti. Non permettete che sia la vostra ombra e vi segua ovunque. Ogni tanto lui sarà in una stanza e voi in un’altra. Abituatelo gradualmente a stare da solo, cominciate da pochi minuti per poi aumentare i tempi. Pensateci bene se vivete in appartamento: ricordatevi che la vostra parola d’ordine sarà “movimento, tanto movimento tutti i giorni”!

Se in casa ci sono dei bambini non escludete il pastore dalla vostra vita sociale. Limitatevi ad essere buoni leader, cosicchè non si veda costretto ad entrare in protezione dei bimbi e a vigilare che gli stessi non trascendano nel «molestare» il nostro amico a 4 zampe. Naturalmente, e questo vale per qualunque cane, in presenza di bambini la supervisione di un adulto responsabile è assolutamente necessaria.

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