A rischio 31 posti di lavoro
Aziende in crisi a Grassobbio e Presezzo

Due casi diversi ma entrambi sintomo dell'instabilità del tessuto econoico della nostra provincia. La Grassobbio Motori ha annunciato la messa in liquidazione dell’azienda e il licenziamento di 14 lavoratori. Brutta aria anche alla ex Frattini di Presezzo dove sono stati dichiarati altri 17 esuberi.

Aveva fatto sperare in un salvataggio dei posti di lavoro appena un anno e due mesi fa, quando era subentrata nello stabilimento della FAAC, assumendo 14 dei suoi 42 ex dipendenti: mercoledì 1 febbraio, invece, la Motori Grassobbio srl ha annunciato la messa in liquidazione dell’azienda, l’imminente cessazione dell’attività e il licenziamento di tutti i 12 lavoratori rimasti. Nel dicembre scorso aveva chiesto un periodo di cassa integrazione ordinaria, poi mai utilizzata. Per la mattina di giovedì 2 febbraio i sindacati hanno proclamato uno sciopero di due ore (dalle 8 alle 10): «Abbiamo appreso la notizia oggi in un incontro con l’azienda» hanno riferito poco fa Fulvio Bolis della FIOM-CGIL e Giancarlo Carminati di FIM-CISL di Bergamo. «Dunque il ‘cavaliere bianco’ non è poi così bianco e dopo poco più di un anno manda tutti a casa. Tra l’altro, i lavoratori ancora attendono il pagamento del saldo dello stipendio di novembre, gli interi importi di quelli di dicembre e gennaio oltre che la tredicesima mensilità. Per lunedì è previsto un nuovo incontro con l’azienda per discutere proprio i dettagli di un piano di rientro delle spettanze dovute ai lavoratori».

Situazione difficile anche a Presezzo dove mercoledì 1 febbraio è stato proclamato uno sciopero con presidio nello stabilimento Mall Herlan di Presezzo (ex Frattini). Il 25 gennaio scorso è stata aperta una procedura di licenziamento per 17 persone sulle 34 in organico (altri 2 lavoratori hanno, invece, già rassegnato le dimissioni). La multinazionale tedesca, specializzata nella fornitura di macchinari per la deformazione di contenitori meccanici, ha presentato un piano industriale che prevede la cessazione della produzione per trasferirla in Germania. «L’intenzione sarebbe quella di mantenere a Presezzo solo le attività di service e tooling (lavorazione ad utensili), dimezzando, dunque, l’organico» riferivano ieri in una nota FIOM-CGIL e FIM-CISL provinciali. «Questa scelta deve essere rivista attraverso un piano che miri al reale mantenimento della presenza in Italia e che salvaguardi, così, l’attività e le prospettive lavorative di tutti». «Si teme che questo sia il primo passo verso una chiusura totale dello stabilimento», ha ripetuto oggi Paola Guerini che per la FIOM-CGIL segue l’azienda. «Vedremo come andrà l’incontro fissato per martedì 7 febbraio».

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