Colpì con il martello ragazza sul treno
Confermata la condanna a 10 anni

La Corte d’ Appello conferma la condanna al 32enne romeno protagonista dell’ aggressione sul treno a una studentessa di Ciserano.

Regge al vaglio dei giudici della terza Corte d’ Appello di Milano la condanna a 10 anni di carcere inflitta al pluripregiudicato romeno protagonista, la sera del 19 marzo di un anno fa, di una violenta aggressione ai danni di una studentessa universitaria di 23 anni di Ciserano, a bordo del treno della linea ferroviaria S5 Treviglio-Varese. A inizio anno, fu il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Milano, Livio Cristofano, a firmare, al termine di un giudizio con rito abbreviato, la sentenza di condanna nei confronti di Marian Verdi, 32 anni finito sotto processo per tentato omicidio e rapina aggravata. La sentenza di conferma con la quale è stata respinta al mittente la richiesta della difesa del romeno di derubricare l’accusa di tentato omicidio in lesioni personali.

A sentire l’avvocato Paolo Oddi, il difensore, la condotta dell’imputato sarebbe stata «del tutto scomposta e irrazionale», non certo quella «di una persona che freddamente porta a compimento un’ azione finalizzata indifferentemente a rapinare o a uccidere la vittima». Anche perché «non salì armato sul treno» e, «in preda ai fumi dell’ alcol, non ebbe nessuna coscienza e volontà di uccidere, ma solo quella di ferire per impossessarsi della refurtiva». La ricostruzione Per la cronaca, quel sabato sera Sara Arnoldi stava scendendo a Milano per trascorrere la serata con alcuni amici, quando fu sorpresa dall’ aggressore che, prima, la colpì alla testa e alla mano con un martelletto trovato sul treno («uno strumento di micidiale e letale pericolosità», secondo il primo giudice, che ha descritto come dolosa l’ azione dell’ imputato) e, poi, le rubò un iPhone e 15 euro. Ricoverata d’urgenza all’ ospedale San Raffaele di Milano con ferite al cranio e alla mano, la studentessa fu dimessa un paio di settimane dopo. Numerosi gli indizi a carico dell’ imputato, di base in una casa diroccata non lontana dalla stazione ferroviaria di Cassano d’ Adda, dove fu scovato dalle forze dell’ ordine poco dopo il fattaccio.

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