Grassobbio, si indaga sul rogo al parking
«Attività che fanno gola al crimine»

Prima forti scoppi, poi fumo e fiamme alte che si sono levate dal tetto e dalle finestre del capannone: un rogo spaventoso che nella notte tra giovedì e venerdì ha mandato in fumo 45 auto sulle 53 ricoverate nel Parcheggio Blu di Grassobbio, in via per Orio 1, uno dei tanti parcheggi privati che servono il vicino aeroporto.

I vigili del fuoco non hanno trovato inneschi o taniche ma è quasi certo che si tratti di un incendio doloso. Le auto carbonizzate erano dei tanti vacanzieri che al rientro dai loro viaggi si troveranno l’amara sorpresa. Ora anche gli uffici dell’Antimafia si stanno occupando della vicenda e a Brescia una «spia» s’è accesa. «C’è stato un incendio “sospetto” in un parcheggio nei pressi dell’aeroporto di Orio? Lo so bene», esordisce Pier Luigi Maria Dell’Osso, procuratore generale presso la Corte d’appello di Brescia, sempre in stretto contatto con la Direzione distrettuale antimafia bresciana, competente anche sul territorio bergamasco.

Nessun riferimento più nel dettaglio, ma dal magistrato arriva un’analisi generale che s’applica anche al caso bergamasco: «Gli incendi dolosi sono una tipologia di reati spia su cui ho posto l’accento già da anni», premette il procuratore. Non bisogna generalizzare, è la precisazione che scorre poi tra le righe, perché dietro questo tipo di reati si nasconde un «pulviscolo» di differenti matrici, spesso slegate dall’universo dei clan e delle organizzazioni criminali. Ma c’è un «sensore» che permette di orientarsi meglio sul tema, quello della tipologia dell’attività colpita: «Escludendo i casi di incendi accidentali, quando si è in presenza di eventi chiaramente marcati, cioè rivolti contro siti e attività economiche che fanno gola – è il ragionamento di Dell’Osso –, ci troviamo di fronte a potenziali azioni della criminalità organizzata di vario tipo, frequentemente criminalità mafiosa o ‘ndranghetistica nello specifico».

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