Al Circolino dove il tempo si è fermato
Volti e storie di Città Alta - Fotogallery

Nello storico locale del borgo vecchio si è svolto il consueto pranzo di inizio anno a cui sono invitati tutti gli anziani residenti. Un momento di aggregazione e ritrovo per chi rappresenta le radici e il volto della città vecchia.

Da Città Alta non se ne sono andati neanche dopo la seconda Guerra Mondiale, quando, nei quartieri «emergenti» dell’ epoca, come la Celadina e Monterosso, c’ erano case nuove dotate di tutti i servizi. Perché quando nasci dentro le Mura, è impossibile andarsene. Magari non è stato così per tutti, ma per gli anziani che si sono ritrovati al Circolino per l’ annuale pranzo offerto ai residenti storici, sì. Tanti volti e tante storie da raccontare. Come quella di Lina Mandelli, che in Borgo Canale ha trascorso la sua giovinezza. Seduta ai tavoli del Circolino ricorda quando era ragazzina e Borgo Canale «bellissimo»: «C’ erano tante famiglie, si giocava per strada e a nascondino. Le porte delle case erano tutte aperte, non poteva succedere niente di brutto».

«Città Alta - aggiungono Ezio Lorenzi, che ancora porta avanti la sua attività di ferramenta in via Salvecchio, e Attilio Salvi, che tutti conoscono come il “maestro” di Città Alta, anche se ha insegnato in diverse scuole della provincia - era una specie di grande paese». A entrambi il Circolino ha consegnato una targa di ringraziamento, così come agli altri «premiati» per l’ attaccamento al luogo d’ origine: «Noi amiamo Città Alta - continua Salvi -. Ho avuto la possibilità di trasferirmi in una nuova casa in periferia, grazie alla mia professione di maestro. Fu mia moglie, che ringrazio, a insistere perché restassimo qui, nonostante non avessimo un’ abitazione molto bella. Mia moglie non mollò mai su questo».

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