All’adunata la pronipote dei fratelli Calvi
«Io, medico e alpina nel sangue»

Federica De Giuli è la direttrice sanitaria dell’ospedale da campo dell’Ana: «Sono nata e cresciuta con lo spirito delle penne nere».

Lo spirito alpino per lei è una «questione di sangue». Il maggiore Federica De Giuli, direttrice sanitaria (dal febbraio 2016) dell’ospedale da campo dell’Ana (Associazione nazionale alpini), allestito nel centro di Treviso per l’Adunata degli alpini, è la pronipote dei fratelli Calvi di Piazza Brembana, gli eroi alpini della Prima guerra mondiale. «La mia nonna materna era loro sorella – dice orgogliosa –. Donna tosta, come era la madre dei fratelli Calvi». E come lo è lei. «Sono nata e cresciuta con lo spirito alpino – racconta – e mi sento privilegiata per la famiglia che ho avuto».

La dottoressa De Giuli, papà bresciano e mamma bergamasca, normalmente lavora sulle auto mediche del 118 di Brescia come cardiologa, anestesista e rianimatrice. A meno che Esercito o Protezione civile la mobilitino, lei e l’ospedale da campo che di solito riposa in un hangar del battaglione Aves Aquila di Orio al Serio. Ha guadagnato i gradi nel giugno 2013: maggiore medico della riserva selezionata, dopo aver iniziato come volontaria nel 2011. In Italia al suo livello ce ne sono poche. «Io volevo fare qualcosa di buono per questo sciagurato paese – racconta –. Abbiamo perso il senso civico e il rispetto del bene comune. Che invece spiccano tra gli alpini».

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