Allarme infortuni, già 9.395 nel 2017
«È il primo aumento dopo 5 anni di calo»

Denunce in crescita del 5%, 10 gli eventi mortali. Feliciani (Anmil): «Cifre preoccupanti». Malattie professionali: più 22% dal 2012. Gori: «C’è chi falsifica i certificati di formazione: servono più controlli»

Finché ci sarà anche un solo morto sul lavoro, non si potrà dire di avere davvero vinto la battaglia contro una piaga che nella Bergamasca, come in tutta Italia, nel 2017 è tornata ad allargarsi. La ripresa dell’economia, seppure ancora fragile, ha purtroppo trascinato al rialzo il numero degli incidenti sul lavoro, dopo almeno 5 anni di costante diminuzione.

Nei primi otto mesi del 2017 sono stati 9.395 quelli denunciati all’Inail in provincia di Bergamo, il 5% in più rispetto al 2016, quando ad agosto non si era ancora arrivati a quota 9mila. E ad oggi sono già 10 i bergamaschi che hanno perso la vita, in provincia e fuori, contro i 14 dell’intero 2016. Campanelli d’allarme che hanno risuonato ieri, in occasione della 67a Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. E dire che dal 2012 al 2016 la riduzione degli infortuni nella Bergamasca si era attestata al 13,7%, passando da 16.239 denunce a 14.013, e che il tasso di mortalità si era ridotto addirittura del 46,2%, da 26 a 14 vittime. Quest’anno rischia invece di chiudersi con un’inversione di tendenza che si sta cercando di evitare con un rinnovato impegno da parte di tutte le forze in campo, che solo tre giorni fa si sono riunite in Prefettura per mettere a punto una nuova strategia di prevenzione.

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