Ancora coda per entrare in ospedale
Ma ormai è diventata la consuetudine

Calcolate più o meno 10 minuti d’orologio per riuscire ad entrare in uno dei parcheggi a servizio dell’ospedale Papa Giovanni. Poi, se scegliete quelli a raso, aggiungetene altri 5, per trovare un posto disponibile. Anche stamattina, giovedì 11 febbraio, ci sono stati molti problemi .

È questa la media che abbiamo stimato in via Martin Luther King e limitrofe. In realtà niente di straordinario, perché la situazione registrata ieri e anche stamattina si ripete tutti i giorni della settimana, da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 10,30 circa.

Abbiamo monitorato la viabilità della zona che gravita attorno all’ospedale per circa 3 ore, la fascia più difficile e intasata della giornata dal punto di vista del traffico. Abbiamo parlato con gli automobilisti in attesa di accedere ad uno dei parcheggi a pagamento (tutti esauriti, ad eccezione di quello in struttura, meno utilizzato) tenendo loro compagnia durante l’attesa. Che si fa davvero snervante considerando che le persone che ieri mattina si trovavano in coda erano lì per motivi di salute, propri o dei familiari. E anche un quarto d’ora di tempo perso nell’auto in attesa diventano preziosi quando si sta andando a trovare un parente, magari recuperando un ritaglio di tempo prima di andare al lavoro. O quando si è costretti a fare degli esami e poi correre subito a timbrare il cartellino in ufficio o in azienda.

La criticità della situazione la si vede bene dall’alto, sulla terrazza del parcheggio multipiano che, a dire il vero, è meno utilizzato rispetto a quelli a raso. Una colonna di auto ferme, in attesa che si alzi la sbarra e che finalmente si possa entrare e trovare un posto dove lasciare l’auto (quando c’è il tutto esaurito, si impedisce l’accesso e si resta fuori fino a quando non si liberano nuovi posti). Le «code» sono diverse e si sviluppano attorno ai tre rondò che portano ai parcheggi.

Per l’automobilista non ci sono vie di fuga o scorciatoie, da qualunque parte si arrivi: uscendo dall’asse interurbano a Longuelo, all’uscita Curnasco o ancora arrivando dalla città, è tutta un’attesa. I tempi sono talmente lunghi che Atb, per la linea 2 che ferma all’ospedale, ha deciso di spostare la pensilina di via Brambilla, togliendo i suoi mezzi dal traffico. Nei giorni infrasettimanali, dalle 8,30 alle 10,30, la fermata è in via King, «la modifica si è resa necessaria per evitare il traffico delle auto in entrata ai parcheggi dell’ospedale, che causano ritardi al servizio della linea 2», si legge nel comunicato stampa dell’azienda di trasporto locale.

Le auto bloccavano il transito dei mezzi pubblici, ma anche di quelli diretti al Pronto soccorso. Anche ieri mattina, per far passare una Croce rossa, le auto hanno dovuto sterzare e ricavare dello spazio per favorire il passaggio. In coda c’era anche Silvia Ravasio, una paziente: «Ci vogliono sempre dieci minuti di attesa a quest’ora - spiega -. Poi dopo le 10 la situazione migliora, perché le persone che sono qui per i prelievi escono dall’ospedale. Per me è routine».

Ma non tutti la prendono con filosofia. Come il signor Luigi Ferrari, in auto con la moglie che, con il rosario tra le mani, nel frattempo dice qualche preghiera: «La situazione non è sostenibile - dice Luigi Ferrari -. Siamo in auto da mezz’ora, veniamo da Telgate e adesso tutta questa attesa per entrare nel parcheggio. Quasi quasi ci abbiamo messo meno nella tratta da casa a qui che per mettere effettivamente piede in ospedale. Sappiamo che è così, allora siamo partiti un’ora e mezza prima. D’altronde bisogna aspettare chi esce dal parcheggio, altrimenti la sbarra non si alza. Ma i problemi non finiscono qui, perché poi si va a caccia di un posto: quelli liberi non sono segnalati e si va alla cieca facendo avanti e indietro, ci vogliono almeno altri 5 minuti».

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