«Avanti con la guerra al gioco d’azzardo»
La Regione: il patto coi sindaci funziona

A Bergamo un incontro sul gioco d’azzardo e sulla ludopatia. Dalla Regione: in ogni parte d’Italia si registra la preoccupazione degli amministratori locali su questa materia.

«Una vittoria per la Regione e per i sindaci lombardi, che non sono disposti ad accettare una proposta di riordino sul gioco d’azzardo che annullerebbe gli sforzi fatti finora dagli enti locali per combattere questa piaga sociale. Sfrutteremo questa ulteriore ”pausa di riflessione” per convincere il Governo a mettere più coraggio nel suo provvedimento». Lo dichiara l’assessore al Territorio e Urbanistica di Regione Lombardia Viviana Beccalossi, commentando la decisione della Conferenza Unificata di rinviare ulteriormente, su richiesta dell’Anci, la discussione sul documento di riordino del settore giochi, a margine di un incontro sulla ludopatia tenutosi oggi a Bergamo assieme al sindaco Giorgio Gori, da sempre in prima linea su questa tematica.

«Il nostro pressing - prosegue Viviana Beccalossi - ancora una volta ha prodotto risultati. Dopo aver scritto una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, firmata da tutti i sindaci dei capoluoghi lombardi, nella quale evidenziavamo come fosse a rischio l’ottimo lavoro svolto nel nostro territorio, in questi giorni abbiamo raccolto l’adesione di altre Regioni e dell’Anci, attraverso il sindaco di Catania Enzo Bianco che ho sentito personalmente e che mi ha confermato come in ogni parte d’Italia si registri la preoccupazione degli amministratori locali su questa materia».

A Bergamo, l’assessore Beccalossi ha partecipato all’evento di presentazione dei 15 progetti contro la ludopatia finanziati da Regione Lombardia con 600.000 euro, che hanno coinvolto 347 partner, tra cui 176 Comuni oltre all’Ats, le scuole, le parrocchie e decine di associazioni del terzo settore.

«La strada per combattere questa piaga sociale - conclude Viviana Beccalossi- è quella della conoscenza, della prevenzione e del rispetto delle regole, come testimoniato anche oggi dalle tante iniziative messe in campo a Bergamo. Ora serve un provvedimento nazionale che non può e non deve farci tornare indietro di anni annullando gli effetti della nostra Legge, in particolare sul tema delle distanze minime dai luoghi sensibili e sulla possibilità dei sindaci di intervenire sugli orari di apertura delle sale».

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