Bossetti, oggi il verdetto d’appello
Sentenza o super perizia sul Dna

I giudici si riuniranno in camera di consiglio. Prima l’imputato rilascerà dichiarazioni spontanee.

Prima si alzerà in piedi e prenderà la parola in aula per le cosiddette «dichiarazioni spontanee», ultimo atto del processo d’appello e, soprattutto, ultimo tentativo di convincere i giudici a ribaltare la sentenza di primo grado, che lo vuole condannato all’ergastolo. Poi, Massimo Bossetti aspetterà in silenzio il verdetto della Corte. A tre anni dal clamoroso arresto, il muratore di Mapello, accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, conoscerà il suo destino.

La «camera di consiglio», luogo e momento in cui i giudici si ritirano per deliberare, potrebbe durare diverse ore. Ciascun membro della Corte, dai due giudici togati (il presidente Enrico Fischetti e il giudice a latere, Massimo Vacchiano) ai sei giudici popolari, esprime un voto che permette di raggiungere un verdetto. Prima di una eventuale sentenza la Corte dovrebbe emettere un’ordinanza con cui esprimersi (accogliendo o rigettando) sulle richieste di acquisizione di nuovi elementi formulate durante il processo dalle parti, in particolare dalla difesa, che ha invocato, oltre alla perizia sul Dna, anche l’acquisizione di una foto satellitare del campo di Chignolo d’Isola e quella dei fascicoli relativi ad altri casi, come il delitto Castillo (avvenuto a Chignolo d’Isola) e il presunto suicidio di una ragazza indiana trovata nel Serio a Cologno, un mese dopo la scomparsa di Yara.

Poi, due i possibili scenari: se la richiesta della difesa di una super perizia genetica venisse accolta, il processo verrebbe aggiornato, per la nomina di un perito genetista, come consulente tecnico d’ufficio. Nel caso fosse respinta l’istanza, si andrebbe a sentenza, con la lettura di un dispositivo di conferma o di riforma della sentenza di primo grado, e in definitiva di condanna o di assoluzione dell’imputato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA