Burocrazia folle: «Risiede in carcere
Deve pagare l’Imu sulla seconda casa»

È una storia decisamente paradossale, ma è vera: un detenuto del carcere di via Gleno che, prima di finire dietro le sbarre, risiedeva a Desio, nel Milanese , deve pagare l’Imu sulla seconda casa perché ora abita in galera.

Lo racconta il quotidiano «La Repubblica» sottolineando come l’appartamento dove viveva l’uomo, condannato per un omicidio commesso nell’ambito dello spaccio di droga, sia considerato dal fisco come una casa di vacanza e sia quindi soggetta ad aliquote maggiorate, mentre il carcere è valutato come prima abitazione. Stiamo parlando di Antonio Cavallo che, dopo tre anni e mezzo di detenzione, ha scoperto di dover pagare un importo di tasse sulla casa dieci volte maggiore di quelle che pagava da uomo libero. Sono stati i suoi anziani genitori ad accorgersi del cambio di aliquota, passato al 9,80 per mille. «È una situazione assurda - ha accusato il suo legale -. Il mio assistito non può lavorare essendo in carcere e si ritrova a dover pagare una somma spropositata di tasse».

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