Caccia, anticipata di dieci giorni
la chiusura per determinate specie

«Ho appreso dai forum dei cacciatori e dal sito del Governo che Palazzo Chigi, forse nel tentativo di evitare giudizi negativi che sono comunque arrivati dal presidente della Commissione Ue Juncker, ha adottato due provvedimenti strampalati e oltremodo vessatori nei confronti delle doppiette».

A denunciarlo è Gianni Fava, assessore all’Agricoltura della Lombardia, che comunica ai cacciatori lombardi che «il Governo ha d’imperio esercitato il potere sostitutivo sul calendario venatorio, anticipando di 10 giorni la chiusura per determinate specie cacciabili, come la cesena».

Un provvedimento contro il quale Regione Lombardia farà valere le proprie ragioni. «Già nei mesi scorsi - ricorda Fava - Regione Lombardia aveva respinto una proposta del Governo di revisione dei nostri calendari, perché i dati scientifici davano ragione alla nostra linea. Eppure, con il solito piglio autoritario che caratterizza questo Governo di non eletti, si impone un adeguamento a un documento della Commissione europea così assurdo che dichiara che certe specie di uccelli migrano da sud verso nord prima in Sardegna e Liguria, e solo dopo diverse settimane in Corsica».

Altro elemento che l’assessore Fava contesta con vigore riguarda l’obbligo di annotazione del capo migratorio appena abbattuto, introdotto con la legge europea. «È una nuova regola oltremodo vessatoria - attacca Fava - che obbliga il cacciatore ad annotare sul tesserino la fauna selvatica stanziale e migratoria abbattuta. Peraltro, se si parla di capo abbattuto e non di capo recuperato, si rischia di ingenerare ulteriore confusione».

«Non è così che si contrastano bracconaggio e illegalità - conclude l’assessore Fava -. Ancor più grave, inoltre, è che questi obblighi siano stati emanati da un Governo che ha cancellato le Province e, con loro, la Polizia provinciale, che era la vera forza di controllo del territorio e di contrasto all’illegalità».

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