Cellulari, la giungla dei cambi contratto
E per sapere il credito serve Internet

A voi è capitato? Alzi la mano chi non ha ricevuto negli ultimi mesi un messaggio sul proprio telefonino o una comunicazione dalla propria compagnia telefonica sulla modifica della durata del contratto passata da mensile (ogni 30 giorni) a settimanale.

Un cambio di fatturazione che ha comportato non solo un aumento dei costi dell’8,6%, ma che - secondo Adiconsum - «ha anche configurato una pratica vessatoria nei confronti degli utenti nel caso in cui, non concordando sul cambio, intendessero recedere dal contratto in presenza di un vincolo di permanenza di un certo periodo con la stessa azienda». Inoltre, sempre il cambio di fatturazione «limita un altro diritto dei consumatori che è quello della libera scelta di acquisto, perché impedisce la comparazione delle tariffe applicate dalle varie aziende, rendendo più difficile scegliere quello più conveniente e adatto alle proprie esigenze».

E che dire dell’altra modifica, sempre unilaterale, apportata dagli operatori telefonici di consentire l’accesso ad informazioni gratuite come la conoscenza del proprio credito residuo solo attraverso servizi offerti tramite internet? «Che ne è dei diritti di tutti gli altri utenti, come i non possessori di smartphone o di coloro che non hanno attivato il traffico dati, per lo più persone anziane che hanno comunque necessità di comunicare con i propri familiari e di sapere a quanto ammonta il proprio credito per poter effettuare una ricarica, o persone in viaggio in altri Paesi?» domanda Adiconsum

Adiconsum per tutelare i diritti dei consumatori ha chiesto in merito alla cadenza delle fatturazioni l’obbligatorietà della cadenza mensile per garantire ai consumatori di comparare le varie offerte, di conoscere con chiarezza i costi e i possibili aumenti e, in merito all’accesso ad informazioni gratuite come il credito residuo, il diritto alla gratuità di accesso nelle prepagate dei cellulari attraverso un numero telefonico gratuito un sms gratuito. Non va dimenticato infatti, che il 20% degli italiani non possiede uno smartphone, ma u semplice telefono cellulare.

Per questo Adiconsum ha attivato una pagina Facebook dedicata «Come ci succhiano i soldi dal telefonino» dove potete segnalare casi di servizi non richiesti che vi sono stati attribuiti.

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