Cibo, i consigli per vivere meglio
Berrino spopola a BergamoScienza

L’intervista a Franco Berrino. Una corretta alimentazione previene malattie e fa vivere meglio. Il medico piemontese che da anni cerca di sensibilizzare sul potere del cibo come fattore di longevità, ha tenuto un’affollatissima conferenza alla Clinica Castelli nell’ambito di BergamoScienza. Ridurre zuccheri e proteine animali «Basterebbe tornare alle abitudini dei nonni: pasta, legumi, verdure e carne poca, solo in occasioni speciali»

«Noi siamo quello che mangiamo» , questa frase riassume l’importanza del cibo nella nostra vita e soprattutto nel nostro star bene. Il cibo che ingeriamo è un fattore determinate che unito alla nostra costituzione, determina la nostra salute nel corso della vita.

Il dottor Franco Berrino, epidemiologo, da decenni, porta avanti i suoi studi prima come direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e ora, da quando è in pensione, con la sua associazione «La Grande Via». Una corretta alimentazione può portare benefici evidente alla nostra salute e prevenire molte malattie. Per BergamoScienza alla Clinica Castelli si è parlato di Food Power: il potere del cibo per prevenire e meglio curare il tumore alla prostata alla tavola rotonda, moderata da Roberto Sacco, Direttore Scientifico di Clinica Castelli, sono intervenuti anche Alessandro Piccinelli, Responsabile dell’U.O di Urologia di Clinica Castelli, a cui è affidato l’inquadramento generale degli aspetti anatomici e patologici della prostata e Laura Castoldi, chef bergamasca di cucina naturale, che ha raccontato la sua esperienza nella selezione delle materie prime con un importante potenziale “anticancro” e dei metodi di cottura in una visione ampia di alimentazione come scelta di salute e di vita. Ecco l’intervista di Carmen Tancredi a Franco Berrino pubblicata oggi su L’Eco di Bergamo.

Quanta consapevolezza c’ è fra la gente?
«Oggi c’ è maggiore attenzione al cibo, a quello che si mangia e si acquista. Ma altrettanto vero è il fatto che, per esempio, la nostra cultura mediterranea, che è quella a cui più si avvicinano i consigli delle organizzazioni mondiali per la salute, è sempre più allineata al mondo del “junk food”, il cibo spazzatura, molto diffuso negli Stati Uniti. Basti pensare al consumo di bevande zuccherate, soprattutto tra i più giovani».

Un vademecum-telegramma: per stare bene, e prevenire tumori cosa si deve mangiare e cosa no?
«Cereali non raffinati, riso integrale, legumi, tante verdure e tanta frutta di stagione. E tra la frutta metto anche noci e nocciole. Vanno limitate le carni rosse e gli alcolici. Da evitare le carni lavorate, che per noi italiani sono soprattutto i salumi, e le bevande zuccherate. È una sintesi del Codice europeo contro il Cancro (Ecac), redatto dall’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’ Organizzazione mondiale della sanità.

In sostanza: tagliare gli zuccheri, che «nutrono» il rischio di tumori, e ridurre le proteine animali contenute nelle carni rosse: se ne assumono davvero troppe.
«La correlazione tra consumo di carni rosse e lavorate e malattie gravi dell’ apparato digerente è scientificamente provata».

Opinione diffusa: è complicato preparare cibi sani, mangiare bene non si concilia con i ritmi moderni.
«Falso. È solo una questione di organizzazione. Cuocere il riso integrale richiedere un’ ora? Basta prepararlo la sera per il giorno dopo. Ci si dovrebbe chiedere se quello che si è portati a mangiare lo mangiamo perché lo scegliamo noi o perché ne siamo indotti dalla potentissima industria alimentare. Acquistare un chilo di mele al posto di merendine confezionate è solo una questione di organizzazione, anche mentale, non di tempo. Abituarsi a pensare in modo diverso rispetto a quello che si mangia è il primo passo della prevenzione».

I bombardamenti di informazioni sul cibo, spesso contraddittorie, non sono facili da evitare, però. Districarsi tra bufale e indicazioni prive di fondatezza scientifica non è cosa per tutti. E così anche certe diete singolari, e i loro ideatori, acquistano seguito.
«Deve valere una regola principe: l’ equilibrio. Anche scegliendo una dieta ci si dovrebbe chiedere: mi sono affidato a una fonte scientifica sicura? La sto scegliendo perché è qualcun altro o qualcos’ altro a suggestionarmi? Difendersi è possibile: si usi il dubbio, sempre».

Che sembra poco esercitato: sia da chi si affida a nutrizionisti improvvisati, sia da quanti fanno di alcune regole dogmi da difendere a ogni costo.
«L’ uomo ha sempre mangiato di tutto un po’. Basterebbe tornare alle abitudini dei nonni: pasta, legumi, verdure e carne poca, solo in occasioni speciali. Non sono per la messa al bando degli alimenti di origine animale: ai vegani di oggi direi che, se è pur vero che per esempio nella produzione occidentale delle uova c’ è davvero tanto di deprecabile, un uovo di una gallina felice che scorrazza libera e si nutre di scarti vegetali naturali si può mangiare con serenità. Tanto più se si è bambini; il latte materno è per esempio un alimento animale ed è il miglior nutrimento possibile nei primi mesi; poi, da un anno in avanti i piccoli vanno abituati ad assaporare tutto. Anche la carne, ma non quella contenuta negli omogeneizzati. Tornare alla natura ed evitare alimenti raffinati e di produzione industriale dovrebbero essere antidoti contro i fondamentalismi. Che non sono mai apprezzabili, anche nel cibo».

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