Tensione in Motorizzazione - Video
«Siamo in emergenza», la gente protesta

«La verità è che siamo così all’osso che senza i tre responsabili dell’ufficio (tre dei quattro indagati, vedi box sotto) non so chi metterò allo sportello. E chiunque sia, quel lavoro non l’ha mai fatto prima». Roberto Bono, da un mese dirigente responsabile dell’Ufficio 2 della Motorizzazione con sede a Bergamo e sezioni a Lecco, Como e Sondrio, era stato profetico già mercoledì: la gente si lamenta? Lo so, ma siamo nel caos, aveva detto.

Eccolo, il caos. Giovedì mattina, ore 9.30, Motorizzazione di Bergamo. Una quarantina di persone aspetta dentro l’ufficio immatricolazioni, in attesa dell’apertura dello sportello. Che in teoria dovrebbe aprire alle 9. I primi si sono messi in coda fuori dall’ufficio alle 8,30 e la fila arriva fino agli alberi che si affacciano sul piazzale.

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Alle 9,15 l’ufficio è stato aperto, ma allo sportello non s’è visto nessuno. «Una persona è spuntata da una porta, dietro lo sportello: ha dato un’occhiata ed è sparita. È una vicenda assurda, almeno ci avvertissero», dice chi ha voglia di dire. Pochi e in formato anonimo. Alle 9,30 la gente dentro l’ufficio si agita nervosamente. «Devo rifare la targa del motorino, ho perso il libretto: ho preso le ferie per venire qui e non si vede nessuno: almeno che ci dicano qualcosa», sbuffa rassegnato un operaio di 45 anni, mentre dietro lo sportello non si muove una foglia.

«Almeno ci dicano qualcosa», è un mantra che ricorre, con la gente che si rigira tra le mani il numero staccato all’ingresso. Privati e addetti delle agenzie di pratiche automobilistiche si dividono l’attesa, con i primi increduli, i secondi in silenzio. «Dite qualcosa anche voi, che sapete come stanno le cose», sbotta una signora rivolgendosi all’angolo dove aspettano quelli della agenzie di pratiche. «Fatevi gli affari vostri, i vostri problemi non sono i miei», risponde in malo modo una signora delle agenzie che esce sbuffando, indispettita dai commenti.

«Non dico nulla, non abbiamo nulla da dire», è il disco che risuona tra gli operatori delle agenzie e allora si torna a fissare lo sportello come fosse la roccia di «Apriti Sesamo» nella favola di Alì Babà. Aspetta e aspetta, qualcosa si muove. Alle 9,45 allo sportello spunta un’addetta che sorride sospirando. «Abbiate pietà di me» e forse anche per questione di solidarietà con lei allo sportello arrivano altri tre colleghi e il direttore Roberto Bono.

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