Domenico, sul campo si perde e si ritrova
Un calcio al vicolo cieco della depressione

Domenico Sacrpati e l’incubo di una telefonata che non arrivò mai e la ripresa con la squadra «Girasole».

«Un campione è qualcuno che si alza quando non può» diceva Jack Dempsey, un grande pugile. E così è stato per Domenico Scarpati, 35 anni: ha avuto il coraggio di risollevarsi, di ricominciare a giocare a calcio, la sua grande passione, dopo aver attraversato l’inferno della dipendenza e della depressione. Nella squadra dell’associazione Girasole, formata da ospiti dei Centri diurni psichiatrici di Treviglio, Vaprio d’Adda e Gorgonzola, indossa la maglia numero dieci, il suo ruolo da sempre: «Sono un centrocampista. Prima giocavo dietro le punte, ma da quando avevo 14 anni, mi hanno dato questo ruolo alla Pirlo, davanti alla difesa». Nel suo album dei ricordi c’è una foto in cui, ancora piccolissimo, già si teneva stretto il pallone. Suo padre Paolo la mostra sorridendo: «La sua passione per il calcio è stata precoce, ha incominciato – spiega – quando aveva cinque o sei anni. Già prima però aveva manifestato un interesse particolare per questo gioco rispetto a tutti gli altri che aveva a disposizione».

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