Dopo la pensione? Andare all’estero
Il 70% dei bergamaschi disposto a partire

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, più di due bergamaschi su tre (70%) si dicono disposti addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età.

È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare. Più della metà degli abitanti di Bergamo (52%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 26% vede molta incertezza all’orizzonte. Fra i principali timori, quello di non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (46%), non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (32%), dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (30%), o persino cadere in povertà assoluta (24%).

Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico dei bergamaschi sono anche le difficoltà del presente, a partire dalla precarietà del lavoro (46%) e da una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (42%). Preoccupano anche l’instabilità dello scenario normativo (42%) ed economico (40%) del momento, ed è diffuso il timore di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzitempo (30%).

Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano gli abitanti di Bergamo per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Secondo l’analisi di Nextplora più della metà (54%) punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 48% con un fondo pensione, il 37% con un piano individuale di risparmio e il restante 15% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono i bergamaschi, è pensarci per tempo, fin da giovani (32%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (40%).

Se soltanto il 18% dei bergamaschi investirebbe nel mattone, il 38% ritiene che la soluzione sia tenere i propri soldi sul conto corrente, mentre un ulteriore 34% vede come soluzione quella di investire i propri risparmi sul mercato finanziario.

Ma a chi si rivolgono i bergamaschi per farsi consigliare? Il 50% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (34%) o decidendo da sé (16%). Il 32% si affiderebbe a un consulente, il 34% alla propria banca, il 20% all’agente assicurativo, mentre per il 18% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici.

«Integrare la pensione di base con una rendita complementare è sempre più una necessità per gli italiani -, afferma Marco Mazzucco, Direttore Distribuzione Marketing e Brand di Gruppo di Reale Mutua -. Occorre essere lungimiranti, giocare d’anticipo e quindi comprendere l’importanza di costruire per tempo, con una forma di welfare appropriata, una vecchiaia serena giorno dopo giorno. Ed è proprio questo uno dei punti chiave del nostro Osservatorio, l’iniziativa che abbiamo lanciato quest’anno per monitorare l’attenzione e la propensione degli italiani rispetto al macro tema del welfare. Analizzando i risultati della ricerca emerge come i nostri connazionali stiano in effetti sviluppando una sensibilità al tema del futuro pensionistico e agli strumenti e opportunità disponibili».

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