Fascismo, oscurata pagina Facebook
E la Cassazione: saluto romano è reato

Due episodi negli ultimi giorni hanno fatto discutere il web. Un bergamasco è stato denunciato dalla polizia postale con l’accusa di aver aperto una pagina Facebook inneggiante al fascismo; nel frattempo una sentenza della Cassazione ha ribadito, in relazione a un altro caso, che il saluto romano è reato.

Aveva aperto una pagina di Facebook per inneggiare alla «rivoluzione del fascismo», per questo un uomo di 35 anni di Bergamo è stato denunciato dalla polizia postale per apologia del fascismo. La pagina, denominata «Gruppo Dux Nobis», è stata oscurata. Al gruppo erano iscritte centinaia di persone su cui sono state avviate indagini dalla polizia Postale e delle Comunicazioni di Imperia con la Digos. Malgrado una registrazione finalizzata a garantirsi l’anonimato, gli uomini della Postale sono riusciti a risalire al creatore del gruppo. La perquisizione dell’abitazione ha consentito di sequestrare materiale informatico con immagini riconducili ai regimi fascista e nazista. L’indagine è nata dal monitoraggio della rete. Determinante la segnalazione di un giornalista imperiese che si è ritrovato a sua insaputa inserito fra i simpatizzanti della pagina incriminata.

Su un’altra vicenda, sempre in tema di fascismo, si è invece espressa la Cassazione. Fare il «saluto romano» continua ad essere un reato in base alla legge «Mancino» - nonostante ci sia qualcuno che lo ritiene un atto «neutro», specie se non accompagnato da atti di violenza - perché si richiama «all’ideologia fascista e a valori politici di discriminazione razziale e di intolleranza». Lo sottolinea la Cassazione confermando la colpevolezza di sette ultrà friulani, prosciolti tuttavia per prescrizione: secondo l’accusa, allo stadio di Udine dove il 10 settembre 2008 si svolgeva la partita Italia contro la Georgia dagli spalti avevano fatto il saluto fascista per tutta la durata dell’inno nazionale italiano e la Digos li aveva identificati. Per essere punito, questo gesto, spiega la Cassazione, «non richiede che le manifestazioni siano caratterizzate da elementi di violenza», perché la legge Mancino svolge «una funzione di tutela preventiva» e fare il saluto romano «di per sé» è giustificativo della condanna. La prescrizione ha cancellato multe e condanne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA