FederCaccia contro gli EcoRadicali
«Dati fuorvianti e tendenziosi»

La risposta dei cacciatori alle considerazioni di EcoRadicali - Associazione Radicale Ecologista non si è fatta attendere, criticando i numeri e il messaggio di parte che arriva dai dati sull’ultima stagione di caccia.

Una prassi che va di moda in ambito animalista sia all’inizio che alla fine di ogni periodo venatorio. A rispondere è la maggiore associazione venatoria bergamasca, Federcaccia Bergamo, che ritiene i dati pubblicati dall’associazione fuorvianti e tendenziosi. «Fermo restando che in ogni attività umana anche un solo incidente è sempre di troppo e che le associazioni venatorie sono costantemente impegnate in campagne di sensibilizzazione dei propri iscritti all’adozione di comportamenti sul terreno di caccia che possano ridurre a zero il rischio di incidenti nell’uso delle armi da fuoco, l’articolo vuole dare al lettore un’immagine di alta sinistrosità dell’attività . Per tale motivo conteggia anche malori che poco hanno a che fare con gli incidenti di caccia. È doveroso precisare che in Lombardia su 5 incidenti mortali (il sesto non risulta nemmeno dai dati forniti dagli autori della ricerca) ben 3 non sono stati incidenti di caccia, ma malori sul terreno di caccia, 1 è un caso di caduta accidentale cui è seguita la morte del cacciatore e 1 tragico caso di morte di altro cacciatore per esplosione di un colpo da parte dell’amico in vera e propria attività di caccia».

«E di converso ogni anno abbiamo diversi casi di cacciatori che scoprono di avere problemi cardiaci o respiratori proprio grazie all’attività venatoria per cui, a seguito di inconsueti affaticamenti, si sottopongono a visite mediche scoprendo e prevenendo complicazioni. Ancora, per quanto concerne i ferimenti gravi, su 7 casi in Lombardia, ben 3 non sono dovuti all’arma da fuoco ma a cadute (incidente tipico di ogni attività all’aria aperta), 3 sono dovute a colpo di arma da fuoco in seguito a cadute accidentali e solitamente riguardano il cacciatore stesso, 1 incidente riconducibile direttamente allo sparo intenzionale da parte del cacciatore. Per quanto riguarda i ferimenti lievi i casi segnalati in Lombardia sono stati 3: in un caso si è trattato di ferimento tra amici, in due casi si è trattato di pallini di caduta “piovuti” ormai inermi a 150 metri dal punto di sparo».

«Piuttosto ci sarebbe da dire che da parte dei cacciatori c’è sempre più attenzione alla sicurezza: sono sempre di più i cacciatori che optano per indossare almeno un capo di abbigliamento ad alta visibilità per consentire di essere visti da altri cacciatori nel fitto del bosco e segnalare la propria presenza anche a semplici escursionisti. Piuttosto sarebbe buona norma in ogni attività all’aria aperta che chiunque indossasse capi vistosi, anche fuori dal periodo venatorio. Federcaccia Bergamo ricorda poi che i cacciatori devono comunque stipulare idonee polizze assicurative per la responsabilità contro terzi e solitamente stipulano attraverso le loro associazioni anche polizze per infortuni e caso di morte».

«Del tutto lontano dalla realtà poi che la caccia provochi danni incalcolabili ad agricoltura e turismo, nonché incalcolabili danni ambientali. L’attività venatoria come regolamentata oggi di fatto è inidonea a provocare danni alla fauna, ma si inquadra in un sistema di gestione della fauna, con ricadute benefiche sull’ambiente (per la gestione degli habitat), sull’agricoltura (per il contenimento di specie dannose) e sul turismo (ci sono zone che aumentano il proprio indotto proprio grazie alla caccia) e nel resto d’Europa il turismo venatorio è una ricca realtà. E anche l’abbandono di cartucce esplose sui luoghi di caccia è ormai riconducibile solo a pochissimi casi in cui non si riesce a trovare un bossolo nel folto: non si può dare per scontato che tutte le cartucce sparate vengano abbandonate nei boschi. Piuttosto danni incalcolabili li stanno creando i continui ricorsi e l’attività di lobby che stanno facendo le associazioni animaliste che con ogni mezzo si oppongono all’eradicazione della nutrie, degli scoiattoli grigi e di ogni altra specie alloctona o esotica che sta distruggendo i nostri habitat e la nostra fauna. Con buona pace dell’ambientalismo e della biodiversità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA