I negozi lasciano spazio ad alberghi e bar
Si svuota il centro, tiene la periferia

A Bergamo in 8 anni calano del 14% i negozi in centro, mentre tengono in periferia. Cresce la vocazione turistica e gli esercizi commerciali lasciano spazio agli alberghi +18%. I dati provengono da una ricerca «Demografia d’impresa nei centri storici italiani», realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio e presentata mercoledì 22 febbraio a Roma.

La ricerca mette in luce la trasformazione che sta avvenendo a Bergamo, a partire dal centro storico, che sta assumendo una vocazione turistica. Dai dati emerge che Città Alta e il centralissimo di città bassa ha perso il 14,4% dei negozi al commercio in sede fissa, in linea con gli altri capoluoghi (-14,9%), mentre tiene il commercio fisso nelle altre zone della città (Bergamo -1,1% contro il – 12,45% degli altri capoluoghi). «La tenuta delle periferie è dovuta al fatto che la nostra città nei decenni scorsi ha già sofferto la pressione della grande distribuzione, che ha portato al calo di attività commerciali al dettaglio fuori dal centro storico» spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo Confcommercio.

I negozi al dettaglio hanno lascito posto ad alberghi, bar e ristoranti, che sono cresciti dal 2008 al 2016 del 18% in città alta e centro Bergamo bassa, contro il 10,9% degli altri capoluoghi. Le restanti zone della città sono in linea con i 40 comuni interessati dalla ricerca (Bergamo 10,6% contro il 9,9% medio degli altri capoluoghi). «Bergamo è in profonda trasformazione – spiega Fusini – e sta scoprendo la sua vocazione turistica, grazie alla vicinanza con l’aeroporto di Orio al Serio e alla crescita di strutture ricettive e extralberghiere, che, anche se posizionate fuori dal centro storico, riversano le loro presenze in città alta e nel centro città. E’ una vocazione che dobbiamo coltivare, per poter intercettare più turisti e visitatori. Anche nelle vie centrali di Bergamo Bassa c’è un incremento di ristoranti, bar e alberghi. Se fino ad una decina di anni fa il centro città era il luogo di attrazione commerciale per tutti i bergamaschi, ora ci sono altri poli che attirano clienti.

E i negozi di abbigliamento e calzature hanno lasciato lo spazio alle attività di ricezione Uno dei motivi di questa trasformazione è dovuto anche al caro affitti, come la ricerca di Confcommercio mette in evidenza». Dalla ricerca emerge infatti che il ciclo economico ha un impatto più significativo nei centri storici che altrove e che la sopravvivenza del negozio nel centro storico dipende anche dal livello dei canoni d’affitto e, in particolare, dal rapporto tra canoni nel centro e in periferia. «Su questo tema Confcommercio, già da tempo, ha messo in campo diverse iniziative concrete per riqualificare e valorizzare le aree urbane – spiega Fusini Con l’iniziativa di oggi la Confederazione chiede al Governo di favorire il ripopolamento commerciale delle città attraverso un’efficace politica di agevolazioni fiscali. Anche Ascom è attiva sul tema della desertificazione con alcuni progetti allo studio con il Comune di Bergamo».

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