Autonomia, referendum il 22 ottobre
A Bergamo 18 milioni per le strade

C’è la data del referendum per l’autonomia della Regione: 22 ottobre. Lo ha annunciato il governatore Roberto Maroni al termine della riunione della Giunta regionale che si è tenuta venerdì mattina nello spazio Viterbi, all’ultimo piano del palazzo della Provincia di Bergamo.

Maroni già nella giornata di giovedì aveva preannunciato che oggi avrebbe rivelato la data. Il referendum ha soltanto carattere consultivo e non prevede quorum. Se vincessero i favorevoli all’autonomia della Regione, il Pirellone sarebbe chiamato ad aprire un tavolo con il governo per ottenere maggiori competenze (anche se non si tratterebbe delle stesse prerogative delle Regioni a Statuto speciale). Sempre nel corso della Giunta regionale sono stati sottoscritti accordi territoriali che porteranno in provincia di Bergamo 18 milioni di euro destinati ad opere viabilistiche: «Oggi la giunta regionale della Lombardia è da noi in Provincia per sottoscrivere una serie di accordi importanti per il territorio – spiega il presidente della Provincia Matteo Rossi -. Con il Presidente Maroni, il Presidente di Upl Pier Luigi Mottinelli, il Sindaco Giorgio Gori, il vicepresidente Pasquale Gandolfi che ha fatto veramente un gran lavoro, destiniamo i 18 milioni spettanti alla Bergamasca dal Patto per la Lombardia a tre opere fondamentali: nodo di Pontesecco, variante Trescore-Entratico, rotatoria di Ponte Nossa.

Firmiamo inoltre l’intesa per il ritorno ad Anas di alcune strade provinciali ad alta percorrenza. Nelle richieste avanzate a Regione anche quella di destinare alle zone omogenee montane i proventi della gestione del demanio idrico, la conferma degli impegni presi su S.Giovanni Bianco e a Piario, e il diritto per i piccoli Comuni montani di poter decidere se gestire in modo autonomo la risorsa acqua nel rispetto delle leggi sul sistema idrico integrato.

«Maroni ha diversi mesi davanti per avviare una interlocuzione con il Governo per l’autonomia della Regione Lombardia: è un obiettivo importante e mi auguro che colga l’occasione dopo l’apertura delle ultime ore da parte del Ministro Martina a nome del Governo»: il sindaco Giorgio Gori incalza il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.

«Quello dell’”autonomia rafforzata - è un obiettivo che appartiene alla cultura del centrosinistra, che nel 2001 ne introdusse la previsione in Costituzione. Siamo dunque i primi a sollecitarla, – ha commentato Gori – ma non siamo d’accordo sulla modalità, visto che già oggi ci sono le condizioni per trattare con il Governo, come previsto dalla legge, senza spendere i 46 milioni di euro previsti per l’organizzazione della consultazione referendaria. È come chiedere un mandato per suonare il citofono quando la porta è già aperta».

Il Sindaco di Bergamo ha partecipato alla riunione della Giunta della Regione Lombardia, incontro nel quale ha presentato un documento, firmato anche dal presidente della Provincia Matteo Rossi, indicando – primo territorio lombardo a farlo – le priorità d’intervento nell’ambito del Patto per la Lombardia. Il nodo di Pontesecco, la variante tra Trescore ed Entratico, la sistemazione dello svincolo autostradale di Bergamo e il collegamento ferroviario tra la stazione di Bergamo e quella di Orio al Serio sono alcuni degli interventi che «verranno realizzati presto – ha spiegato Gori – visto che il Patto per la Lombardia firmato lo scorso novembre dall’ex Premier Matteo Renzi prevede la deadline del 2019 per la realizzazione delle opere».

«Il referendum è una grande occasione per i lombardi. L’autonomia è una cosa seria, il quesito referendario è nostro e non siamo qui a discutere di indipendentismo padano o di secessioni farlocche. Dobbiamo portare risorse vere, competenze e autonomia alla Lombardia. Se, come crediamo, la risposta dei lombardi sarà positiva, non sarà un solo partito che fa propaganda a suon di slogan autonomisti, ma un’intera regione a chiedere a Roma di dare alla Lombardia quello che spetta ai lombardi» commenta Dario Violi del Movimento 5 Stelle.

«Da questo punti di vista le polemiche del Pd sono ridicole. Hanno fatto di tutto per evitare l’abbinamento del referendum con le elezioni. Se spendiamo milioni di euro per il referendum è colpa del loro Governo. È ancora più ridicolo che i loro sindaci e amministratori locali, dopo anni di tagli e la desertificazione delle risorse ai territori da parte del Governo, pretendano di aprire un tavolo per avere l’autonomia. Ma chi ci crede! Non ci è riuscito nemmeno Formigoni con governi amici, figuriamoci con questo esecutivo accentratore e maestro nei tagli ai territori. Fa ridere persino Gori che è all’ennesima giravolta: è favorevole o contrario al referendum a settimane alterne. La propaganda, per lui come per Maroni, è più importante dell’autonomia della Lombardia. Lo ribadiamo. Vogliamo vedere il decreto di indizione del referendum firmato. Degli annunci di referendum di Maroni-Zaia non ci fidiamo».

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