Il piccolo Bruno salvato al Papa Giovanni
A 16 mesi vince una malformazione

Lo chiameremo Bruno, per tutelare la sua infanzia e il suo futuro: fino a poco tempo fa era in un gravissimo pericolo, rischiava di restare soffocato da una rara malattia che lo aveva colpito alla gola, una malattia progressiva e se non trattata, anche letale.

I genitori di Bruno hanno bussato alle porte dei più importanti centri d’Italia, ma solo a Bergamo hanno avuto la risposta che sognavano:«Sì, Bruno potrà tornare alla vita di ogni bimbo sano». E così è stato, al Papa Giovanni XXIII, grazie a un lavoro di coordinamento tra équipe di diverse specialità, il direttore della Chirurgia maxillofacciale, Antonino Cassisi è riuscito a far tornare il sorriso sul volto di Bruno e dei suoi genitori. Come ricordo di quella malattia spaventosa a Bruno è rimasta solo una piccolissima cicatrice: sarà quel segno che , quando sarà grande, gli servirà a ricordare Bergamo e il «miracolo» che gli è stato offerto dai medici del Papa Giovanni. Su L’Eco di Bergamo in edicola lunedì 23 gennaio trovate tutta la storia di Bruno e di come i medici del Papa Giovanni l’hanno salvato. «Abbiamo fatto soltanto il nostro dovere», cerca di minimizzare Antonio Cassisi, ma forse dietro il sorriso appena abbozzato vuole anche nascondere il coraggio dimostrato nell’assumersi, lui e altri colleghi, la responsabilità di tentare quello che altrove era stato escluso.

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