Internet, si naviga veloce? Non troppo
La classifica dei Comuni bergamaschi

Prioritaria per l’Unione europea, prioritaria per il governo, prioritaria per la Regione, la Provincia e anche i Comuni. Eppure in provincia di Bergamo la banda è tutt’altro che larga.

Nonostante gli annunci e le nuove offerte lanciate dagli operatori si continua a navigare in internet a bassa velocità, con pesanti conseguenze per le aziende, i professionisti e soprattutto i cittadini. Si tratta di un servizio fondamentale, paragonabile alle costruzione delle strade, ma gli investimenti in questo campo sono inferiori alle necessità e poco capillari. Vengono privilegiate le grandi città a scapito di territori che anche grazie alla connettività potrebbero rilanciare l’economia con un’alternativa rispetto al passato.

A che velocità «viaggiano» i Comuni della provincia di Bergamo? Uno degli strumenti più affidabili per scoprirlo è il test proposto da SOStariffe, il portale confronta tutte le offerte sul mercato e dà consigli utili ai consumatori. Grazie ai dati forniti dal sito è possibile stilare una classifica della media delle connessioni in tutta la Bergamasca. Al primo posto c’è Alzano lombardo, che naviga a una velocità media di 18,13 megabit al secondo, ben al di sotto dei 30 indispensabili per ottenere il titolo di banda “ultralarga”. Al secondo posto Carobbio degli Angeli con una media di 15,95 mega. Sul terzo gradino del podio Ghisalba con 15,50. E Bergamo? E’ solo in sesta posizione, dopo Bonate Sopra e Ranica. La città infatti è un territorio poco omogeneo: ci sono picchi garantiti dal collegamento in fibra ottica (estesa anche nelle scuole grazie ad investimenti pubblici) e zone completamente al “buio” come i Colli, dove la connessione è molto lenta, oppure i quartieri periferici come Valtesse collegati alle centraline dell’hinterland. Gli altri Comuni che superano i 10 mega sono Roncola, Scanzorosciate, Bottanuco, Treviglio (nel 2015 in prima posizione con 9.48), Pedrengo, Peia, Berbenno, Costa di Mezzate, Mozzo, Morengo, Cividate al Piano, San Pellegrino Terme, Almenno San Salvatore.

Nella classifica totale non compaiono alcune zone della provincia perché la rilevazione è discontinua a causa di problemi sulle linee. Come l’esperienza di ogni cittadino può insegnare, solo pochi e fortunati non hanno mai accusato un black out oppure un altro tipo di guasto. Le offerte degli operatori si moltiplicano di mese in mese, ma la sicurezza di pagare per un servizio all’altezza non c’è.

È bene dirlo: banda larga e ultralarga non servono solo per accedere più facilmente alla parte «ludica» di internet come social network e film in streaming. La velocità di connessione è considerato un fattore di crescita a livello mondiale per economia e occupazione. Proprio come qualsiasi infrastruttura, internet è un condizione necessaria per una serie di servizi collegati al lavoro: comunicazioni via mail, videochiamate, richiesta di documenti, rapporto con la pubblica amministrazione, scuola, università, sanità e ricerca. Una connessione lenta può costare a un’azienda una perdita pesante di produttività, perché fa sprecare tempo rispetto ai concorrenti. Parlando di numeri, secondo i calcoli del governo l’estensione della rete porterà un aumento del prodotto interno lordo pari a 2 miliardi di euro all’anno.

Qualche passo avanti potrebbe avvenire nei prossimi mesi. Lo scorso marzo infatti Palazzo Chigi ha approvato il «Piano nazionale banda ultra larga», che prevede di coprire l’85% della popolazione con reti pronte a supportare i 100 Mbps. Il tutto entro il 2020, come da precisi obiettivi prescritti dall’agenda digitale europea: accesso per tutti i cittadini europei a una connessione Internet in banda ultralarga (30 Mbps o più) e la possibilità di disporre di una connessione internet con velocità superiore a 100 Mbps per almeno il 50 per cento delle famiglie europee. Ad oggi l’Italia è in fondo alla classifica europea per la diffusione della banda larga. Ovvero, quasi un terzo delle famiglie senza accesso a Internet da casa. Il quadro sconfortante è stato dipinto dall’Istat nel rapporto Cittadini, imprese e Ict anno 2016. Rispetto al 2015 è aumentata dal 66,2% al 69,2% la quota di famiglie che dispone di un accesso a Internet da casa. Di conseguenza le famiglie con una connessione a banda larga passano dal 64,4% al 67,4%.

Dal portale bandaultralarga.italia.it si possono verificare Comune per Comune, addirittura nelle singole vie, i programmi di estensione della rete. La provincia di Bergamo navigherà più veloce? Dalle mappe pubblicate sembra di sì. Nel 2020 i Comuni della Bergamasca sono tra quelli in cui è previsto l’innalzamento a 100 mega di velocità. Il resto del territorio regionale, ad eccezione di Milano dove la fibra è già realtà, invece dovrà aspettare. Difficile dire se i piani verranno davvero rispettati, visto che già ora i territori dati per “connessi” lo sono solo sulla carta. D’altronde se si parla di investimenti pubblici e priorità, la velocità è davvero relativa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA