Istanbul, sciacallaggio dopo l’attentato
Raffica di email truffa anche a Bergamo

«Aiuto, sono a Istanbul e mi hanno rubato tutto, sei la mia unica speranza: ho bisogno di un prestito per rientrare». Le caselle di posta elettronica di molti cittadini, anche bergamaschi, a meno di 24 dal sanguinoso attentato sono state raggiunte da un’ondata di spam fraudolento.

Ore 15,47 di mercoledì 29 giugno, non sono passate nemmeno 24 ore dall’attentato all’aeroporto di Istanbul (42 morti) quando nella posta elettronica molti utenti anche bergamaschi trovano un messaggio, una richiesta di aiuto da parte di una donna che sostiene di essere stata derubata proprio nella città turca. «Spero che questo messaggio ti arrivi in tempo – si legge nell’email, scritta in inglese e firmata “Debra Russel” – ho fatto un viaggio a Istanbul (Turchia) e mi hanno rubato la borsa con i miei effetti personali, devo pagare il biglietto e saldare le fatture dell’albergo».

«Ho preso contatti con la mia banca – prosegue –  ma servono 3-5 giorni lavorativi per accedere ai fondi nel mio conto, la cattiva notizia è che il mio volo decollerà tra poche ore, ma sto avendo problemi con le fatture dell’albergo e il direttore dell’hotel non mi permette di lasciare fino a quando non saldo il conto, ho bisogno che tu mi aiuti con un prestito di 2.950 dollari. Prometto di rimborsarti tutto appena torno a casa, tu sei la mia ultima risorsa e speranza, per favore fammi sapere se posso contare su di te, tieni controllata la posta elettronica perché è l’unico modo in cui posso raggiungerti. Western Union è l’opzione più veloce per farmi arrivare il denaro, rispondimi così posso ti inoltrare i dettagli necessari per effettuare il trasferimento».

È una variante di una truffa già nota, che di solito si verifica quando l’account di posta elettronica di un utente viene violato da un malitenzionato che poi inizia a inviare email a tutti i contatti nella rubrica e ad altri indirizzi reperiti in rete. È possibile che anche alla «Debra Russel» della mail di Istanbul sia stato violato l’account. La scusa per chiedere soldi è sempre la stessa: una persona derubata durante un viaggio all’estero ha bisogno urgente di un prestito per tornare a casa. In passato è capitato che i conoscenti delle vittime a cui era stato violato l’account, convinti che di aver ricevuto vere richieste di aiuto, versassero le somme richieste, scoprendo che si trattava di truffe solo quando era troppo tardi. In questo caso il raggiro è ancora più odioso perché si inserisce nel clima di allarme e confusione creatosi con l’attentato a Istanbul, un clima che potrebbe indurre anche chi non conosce l’autrice della mail ad attivarsi per fornirle supporto.

L’unico modo per difendersi è cestinare il messaggio, o rivolgersi alle autorità in caso di dubbi. Se invece si conosce l’autore dell’email e si ha il sospetto che il suo account sia stato violato è meglio cercare di contattare il diretto interessato attraverso altri canali (telefono, WhatsApp, Facebook, o tramite l’albergo) per verificare se è davvero in difficoltà come riportato nel messaggio.

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