L’8,5% dei bergamaschi è obeso
Ci vuole una rieducazione alimentare

L’8,5% della popolazione bergamasca è obeso. Una percentuale più alta rispetto alla media regionale, che si aggira attorno al 7. Sarebbe più preciso affermare che quasi nove persone su cento nella nostra provincia soffrono di obesità.

Stiamo parlando, in effetti, di una vera malattia, la cui diffusione nei Paesi occidentali ha da tempo ormai assunto le dimensioni di un’epidemia. Un problema di salute che porta con sè altre patologie: diabete, ipertensione, disfunzioni metaboliche. Eppure solo un bergamasco su tre colpito da questa malattia ne è consapevole, o la percepisce come tale.

Il mondo medico è sceso in campo anche quest’anno con l’Obesity Day: le équipe di diverse strutture sanitarie hanno fornito informazioni alla popolazione, sottolineando come il sovrappeso, che interessa il 32% degli italiani, debba essere considerato un campanello d’allarme, ma al contempo per informare che ognuno di noi ha una serie di armi a propria disposizione. Un regime alimentare basato sugli alimenti tipici della tradizione mediterranea e una regolare attività fisica potrebbero già metterci al riparo dalle derive più gravi.

La chirurgia arriva in aiuto delle forme più serie di obesità: in centri specializzati, è possibile sottoporsi a diverse tipologie di intervento che agiscono sulla riduzione dell’assorbimento delle calorie o della quantità di cibo. Ciò che deve accomunarci è una rieducazione alimentare: non abbracciare le diete più drastiche, ma abituarci a un rapporto più equilibrato - e piacevole - con ciò che mettiamo nel piatto.

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