La focaccia di Recco è finalmente igp
Attenzione alle furbate anche a Bergamo

Sono stati necessari quindi anni ma finalmente la focaccia di Recco ce l’ha fatta: è diventata igp.

È la prima certificazione europea ottenuta per un prodotto da forno. Il disciplinare approvato dalla Commissione Europea dispiegherà la sua forza giuridica, imponendo che nessuno possa produrre e commercializzare la focaccia col formaggio di Recco a meno che non faccia parte del Consorzio di Tutela. Questo significa che dal prossimo 11 novembre un negozio di Bergamo, per esempio,potrà continuare a vendere focaccia col formaggio, ma senza usare il termine Recco (ovviamente anche le furbate come «tipo Recco», «alla recchese», «recchelina» e qualsiasi altra simile, sono altrettanto proibite).

Bisogna anche ricordare che chi dovesse infrangere la norma non se la caverà con poco. Perché l’igp è tutelato a livello normativo e chi lo usa impropriamente commette il reato di frode in commercio. Da qualche anno le sigle dop e igp usufruiscono della tutela della legge, con il divieto di far uso delle denominazione di origine e indicazioni geografiche che designano o presentano qualità che sono proprie di prodotti che provengono da una località segnalata da un indicazione geografica. La contraffazione o l’alterazione di tali sigle è punita dal nuovo articolo 517-quater del Codice Penale, che punisce i colpevoli con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a 20 mila euro.

A far rispettare la legge saranno tutte le forze dell’ordine europee, mentre a sovrintendere al controllo e a dare l’autorizzazione all’utilizzo dell’igp a chi ne abbia diritto penserà un nucleo ad hoc della Camera di Commercio.

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