L’addio di Bergamo a Trento Longaretti
«Cercatore instancabile della bellezza»

Tanta gente in Duomo per l’ultimo saluto all’artista scomparso mercoledì all’età di 100 anni.

Il feretro, rosso, come aveva chiesto lui. Per terra, davanti all’altare, in un Duomo strapieno, con in prima fila parenti, autorità e il sindaco Giorgio Gori. Bergamo ha dato l’addio ad uno dei suoi figli più illustri, Trento Longaretti, scomparso mercoledì all’età di 100 anni. Tanta, tantissima gente, ha voluto celebrare il ricordo di questo grande del’arte, che ha lasciato una traccia indelebile nella storia e nella cultura della nostra terra, come ha ricordato nell’omelia il parroco del Duomo, don Fabio Zucchelli, che ha presieduto la concelebrazione.

«Longaretti è una figura che ha segnato in profondità la nostra storia. Artista sapiente, uomo sensibile e curioso, è stato cercatore instancabile della bellezza. Ha amato tanto la vita nella sua bellezza e complessità. Una fede semplice e profonda ha alimentato tutta la sua vita» ha ricordato.

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La funzione si era aperta con un requiem gregoriano della Corale Canticum Novun. Tra le diverse testimonianze, quelle di don Romano Alessio, fino a settembre 2016 prevosto di Santa Grata in Borgo Canale, dove Longaretti aveva lo studio.

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