L’Aids e una giovinezza sregolata
Sara: «Sono rinata grazie alla famiglia»

I farmaci contro l’Hiv le hanno permesso di vivere. Ora ha 48 anni e due figli: «La gioia della mia vita».

Vent’anni è il momento in cui la vita sboccia e prende il largo: ed è stato proprio allora che Sara ha scoperto di essere sieropositiva. Erano gli anni Novanta, una diagnosi del genere allora rappresentava una condanna a morte. Per lei, invece, è stata un nuovo inizio.

«L’Hiv è l’ultimo dei miei problemi – spiega – ma è stata sicuramente la mia più grande lezione di vita». Sara oggi ha quarantotto anni e ai suoi figli, entrambi ventenni, ha cercato di trasmettere la sua esperienza: «È stato difficile, ma quando è arrivato il momento, quando ho ritenuto che fossero abbastanza grandi per capire, ho raccontato tutto quello che mi è successo con onestà. Sono rimasti molto sorpresi, perché non si sarebbero mai immaginati che io potessi avere un simile passato».

Sara ha avuto un’adolescenza tormentata ed è finita nel tunnel della tossicodipendenza: «Ero molto giovane, è capitato senza che me ne rendessi conto, allora era un modo per evadere, per sperimentare. Non mi rendevo conto dei pericoli, vivevo alla giornata. Per un po’ quella vita sregolata mi ha fatto sentire bene. Quando ho scoperto di avere l’Hiv, l’effetto è stato dirompente: uno choc terribile. L’aspettativa di vita era al massimo di dieci anni. Mi è crollato il mondo addosso, ho capito, finalmente, che mi stavo buttando via. Sono entrata in una comunità per disintossicarmi, così ho smesso definitivamente di assumere stupefacenti».

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