L’ultima vittoria di Jerry Bertocchi
Donate le cornee, lunedì i funerali

Nembrese, ex campione di atletica, morto a 52 anni ha donato le cornee. Lunedì i funerali a partire dalle 15 dalla sua abitazione.

Luigi Bertocchi continuerà a vivere. Non solo nel cuore e nella mente di chi l’ ha conosciuto. Ma anche negli occhi di qualcun altro. Sì, perché, l’ ultima volontà del gigante buono dell’atletica italiana, l’ostacolista che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 metteva le ali per volare oltre le barriere, è stata la donazione delle cornee, eseguita all’ ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Da sabato 18 novembre Jerry (come lo chiamavano gli amici) è tornato nella sua abitazione di Nembro (via Vittoria 22) da dove lunedì 20 novembre, il giorno del funerale (partenza del corteo alle 15, in direzione della chiesa parrocchiale), centinaia di amici faranno staffetta di lacrime per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio terreno. Da meno di 48 ore, dopo una battaglia lunga due anni con il cancro, il guerriero Jerry riposa in pace, per la commozione dei familiari e della Fidal (Federazione italiana di atletica leggera) che ha bardato a lutto i siti a tutti i livelli, provinciale, regionale e nazionale: «Perdiamo una figura insostituibile, peccato ci abbia lasciato a soli 52 anni - il ricordo di Alberto Bergamelli, presidente dell’ Atletica Saletti Nembro, di cui a fine carriera Jerry è stato factotum -. Lo conoscevo da quaranta anni, e posso dire sia stato un grandissimo sotto tutti i punti di vista».

Sì, perché, se le 34 maglie azzurre tra giovanili e Nazionale maggiore (con Mondiale di Roma ’87 sui blocchi a fianco di Gregory Foster) sono negli annali, meno noto era il Jerry privato: «Era di un’ umiltà, di una simpatia e di una semplicità incredibile, un esempio per i nostri ragazzi che ha continuato a seguire sino a che ha potuto - continua Bergamelli con voce rotta dall’ emozione -. Il prossimo Meeting Città di Nembro lo intitoleremo a lui, spero che l’ Amministrazione comunale valuti l’ opportunità di intitolargli il centro sportivo o la pista di atletica: senza di lui, non ci sarebbe». Fu proprio sulla spinta del «ciclone» Bertocchi (pluriprimatista tricolore giovanile, due titoli tricolori assoluti indoor) che l’ impianto dei «Saletti» fece il salto di qualità strutturale nei primi anni Novanta.

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