Martina ambasciatrice di Bergamo
«Vi racconto capolavori e segreti»

Martina Caironi è il personaggio scelto nell’ambito del progetto «Cult city» della Regione Lombardia per raccontare la nostra città. Ed è in buona compagnia. Anzi, ottima.

La campionessa mondiale paraolimpica è difatti in squadra con Fabio Volo per Brescia, il musicista Davide Van de Sfroos per Como, Sergej Krylov per Cremona, lo chef Enrico Derflingher per Lecco, Bianca Balti per Lodi, il soprano Eleonora Buratto per Mantova, l’attore Aldo Baglio per Monza, Max Pezzali per Pavia, Rosita Missoni per Varese e la band Ladiesgang per Sondrio.

Il progetto è stato finanziato dalla Regione Lombardia con 6,4 milioni di euro.Nel sito si comincia con una descrizione della città che «dall’alto è proprio come la descriveva Stendhal: “Il più bel luogo della terra”. Alla vista, palazzi, torri, cupole dentro un unico abbraccio. Quello delle mura, una cinta costruita dalla Repubblica di Venezia dal 1561, lunga poco più di cinque chilometri, intatta, in corsa per diventare bene Patrimonio Unesco. Un dispiegarsi di porte e bastioni possenti che ci trasportano dritti dentro una pagina di Storia da scoprire con una passeggiata. Al tramonto, quando lo sguardo cattura Città Bassa. E, nei giorni tersi, un’ipotesi di infinito». Segue una descrizione dei luoghi speciali e 10 cose da vedere assolutamente, oltre a tutte le informazioni turistiche spicciole.

Poi tocca alla «Cult city ambassador», ovvero a Martina Caironi: «Il tramonto più romantico a Bergamo? Lungo le Mura di Città Alta. Da lì, il sole che scende sembra illuminare tutto» esordisce lei, per poi lanciarsi nel suo personale racconto della città: «Mi piace perché è casa, semplicemente. Quando torno qui, la prima cosa che faccio è affacciarmi dalle Mura e guardare tutto l’orizzonte che mi si stende davanti. É una sensazione stupenda che mi dà pace! E poi adoro stare in alto e guardare lontano: mi sento come se avessi il mondo ai miei piedi». Con tanto di angolo segreto («Va bene, dai, ve lo svelo ma non completamente. Cercherò di mantenere un minimo di mistero. È un posto che io chiamo “l’infinito” e si raggiunge continuando a salire dopo San Vigilio, fino ad arrivare nel punto più alto. Da lì, la vista è mozzafiato e si scorge la Val d’Astino con al centro il suo bellissimo Monastero») e scorcio da Instagrammer: «Direi che la foto perfetta è un selfie di fronte alla stazione dei treni, con le spalle via Papa Giovanni XXIII, in modo da inquadrare Porta Nuova e, sullo sfondo, il profilo di città alta dove spicca la bella porta di San Giacomo. C’è tutto: il cuore di Città Bassa e la bellezza di Città Alta».

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